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7 giugno 2010

Consultazione per le prossime elezioni del Csm

1. Il sistema introdotto nel 2002 per l'elezione dei componentitogati del Csm si è rivelato, nella sua pratica applicazione, unostrumento  che ha fortemente limitato il diritto deglielettori di scegliere le persone più idonee a rappresentarli.


1. Il sistema introdotto nel 2002 per
l'elezione dei componenti togati del Csm si è rivelato, nella sua
pratica applicazione, uno strumento  che ha fortemente
limitato il diritto degli elettori di scegliere le persone più
idonee a rappresentarli.



L'abolizione del voto per liste e l'introduzione di un voto
singolo per categorie  in un collegio unico nazionale ha,
infatti, determinato la presentazione di un numero di candidati
quasi corrispondente a quello dei posti disponibili.



Per la gran parte degli eletti la scelta è stata quindi di fatto
sottratta agli elettori ed anticipata ad una fase antecedente al
voto, e, cioè, quella della selezione dei candidati all'interno dei
singoli gruppi associati.



Ora, per quanto democratici e partecipati possano essere i
meccanismi di scelta all'interno di ciascun gruppo, è evidente che
dagli stessi rimangono estranei tutti i magistrati che non
intendono legittimamente partecipare all'attività dei gruppi e che,
tuttavia, godono, in base al dettato costituzionale, del diritto di
eleggere i rappresentanti al Csm.



E' innegabile che in questo modo si sia determinato un
meccanismo nel quale chi aspira ad essere eletto al Csm ha bisogno,
oggi, prima ancora che del consenso degli elettori, di essere forte
all'interno del proprio gruppo.



2. L'intendimento dell'Anm non è certamente di stabilire un
legame preferenziale con i gruppi associati o di influenzare le
scelte del Csm, con l'effetto di condizionarne il funzionamento, ma
al contrario di esercitare pienamente il proprio ruolo di
rappresentanza dei colleghi, attraverso la promozione di una
consultazione aperta a tutti i magistrati per recuperare
un'autentica partecipazione al sistema dell'autogoverno.



Di qui la proposta della Giunta della ANM di organizzare una
consultazione preliminare tra tutti gli elettori, che preceda la
fase di selezione delle candidature da parte dei gruppi.



E ciò sarà ancora più significativo se si consideri il ruolo
rilevante che nel dibattito avranno le differenti opzioni
culturali, che  consentiranno una scelta basata effettivamente
sull'adesione a programmi ed idee.



Siamo consapevoli del fatto che questa consultazione sarà
possibile solo con la collaborazione e il consenso dei gruppi
organizzati ai quali l'Anm chiede di partecipare ad un progetto che
dia maggiore legittimazione democratica all'elezione del Csm.



Non si chiede ai gruppi di non partecipare alla
consultazione, con propri candidati e programmi, bensì di favorire
l'indicazione dei candidati/eletti  da parte di TUTTI i
magistrati italiani.



Per realizzare questi obiettivi è necessario che i gruppi
associativi si impegnino a indicare (o a favorire la emersione di)
un numero congruo di candidati in modo da assicurare una effettiva
selezione tra gli stessi  e rendere possibile un confronto con
candidati che non siano espressione dei gruppi associativi.



La consultazione che proponiamo non può ovviamente avere
carattere vincolante per nessuno, in quanto le scelte sulle
candidature saranno adottate da ciascun gruppo o da singoli
interessati; riteniamo, tuttavia,  che una consultazione vera,
aperta e partecipata possa fornire un rilevante contributo in
favore di scelte dei gruppi e dei singoli maggiormente in sintonia
con le indicazioni dell'elettorato.

Proprio per questo è evidente che il meccanismo della
consultazione non possa riprodurre quello previsto per le elezioni,
in quanto sarebbe inevitabile il rischio di una duplicazione dei
suoi effetti negativi.



La proposta che vogliamo, pertanto, formulare è quella di una
consultazione per aree territoriali, tale da
consentire una maggiore vicinanza dei candidati agli uffici
giudiziari nei quali operano.



Per evitare, però, da un lato una eccessiva parcellizzazione del
voto e dall'altro che emergano un numero troppo elevato di
eleggibili (tale da restituire pienamente alle correnti la
selezione dei candidati) proponiamo la formazione di:




  • sei collegi territoriali per il merito;


  • tre per il pubblico ministero;


  • uno/due per la cassazione.



I collegi dovranno essere costituiti sulla base del criterio
della contiguità territoriale e con pari numero di elettori.



Si individuano, inoltre, le seguenti principali regole
della consultazione
:




  • la consultazione si terrà nel mese di febbraio;


  • tutti i magistrati che hanno diritto di voto per il CSM possono
    partecipare alla consultazione e  votano nel proprio
    collegio;


  • tutti i magistrati eleggibili per il CSM sono candidabili nel
    proprio collegio;


  • la presentazione delle candidature avviene con una
    dichiarazione di disponibilità senza bisogno di firme "di
    presentazione";


  • tutti i candidati devono indicare un programma elettorale;


  • i gruppi associativi possono presentare programmi e
    candidati;


  • i gruppi associativi devono indicare più candidati per ogni
    collegio o almeno favorire la presentazione di più candidature tra
    i propri iscritti;


  • ogni elettore esprime un voto per ciascuna categoria;


  • lo spoglio avviene in sede locale;


  • la Gec è delegata alla concreta individuazione dei collegi
    territoriali, alla nomina degli uffici elettorali locali e di
    quello centrale e agli ulteriori necessari adempimenti
    esecutivi.



3. Da parte di alcuni è stata avanzata la opportunità di
prevedere la possibilità per l'elettore di esprimere più di un voto
di preferenza per ciascuna categoria di eleggibili. La
proposta  ha certamente il merito di rispondere ad una
esigenza, piuttosto diffusa in magistratura, di consentire agli
elettori di esprimere più preferenze anche per persone appartenenti
a diverse aree culturali. La Gec ritiene, però, che la possibilità
di esprimere più preferenze, determinerebbe rischi di alterazione
del risultato derivanti da accordi tra candidati o gruppi di
candidati.



Una soluzione intermedia, che la Gec ritiene di offrire al
dibattito del Cdc, potrebbe essere rappresentata dalla previsione
di un secondo voto di preferenza, che sia però esplicitamente
qualificato come tale nella scheda e che quindi, un po' come
nei  sistemi con panachage, sia considerato in modo distinto
nello spoglio. In questo modo potrebbero risultare ridotti i rischi
di "inquinamento" del risultato.



Un'ultima notazione. L'organizzazione da parte
della Gec di una tale consultazione determina, ad avviso unanime
dei suoi componenti, una oggettiva incompatibilità a partecipare
come candidati alla consultazione. E' un principio generale per noi
scontato, quello della astensione in presenza di potenziali
conflitti di interesse, ma che probabilmente di questi tempi giova
ribadire.




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