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9 giugno 2010

Decreto legge su assetto retributivo dei magistrati

Il decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008(Disposizioni  urgenti  per lo sviluppo economico, lasemplificazione, la  competitività,  la stabilizzazione  della finanza pubblica e la perequazioneTributaria) contiene, nell'art. 69, una disposizione che-senza alcun previo confronto- incide  pesantemente, in sensopeggiorativo, sulla disciplina della struttura della retribuzionedei magistrati.


Il decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008
(Disposizioni  urgenti  per lo sviluppo economico, la
semplificazione, la  competitività,  la 
stabilizzazione  della finanza pubblica e la perequazione
Tributaria
) contiene, nell'art. 69, una disposizione che
-senza alcun previo confronto- incide  pesantemente, in senso
peggiorativo, sulla disciplina della struttura della retribuzione
dei magistrati.



La disposizione prevede che, "a decorrere dal 1° gennaio
2009 la progressione economica degli stipendi prevista ….
(per
alcune categorie, tra cui i professori universitari ed i
magistrati) ……, si sviluppa in classi triennali con effetto
sugli automatismi biennali in corso di maturazione al 1° gennaio
2009 ferme restando le misure percentuali in vigore"
e si
inserisce in un decreto legge in materia finanziaria,
caratterizzato da presupposti di necessità ed urgenza che, quanto
al tema delle retribuzioni, non sembrano ricorrere.

La previsione in esame, tra l'altro, dovrebbe determinare un
risparmio di spesa che tuttavia non risulta stimato in modo
specifico e la cui consistenza, in ogni caso, non giustifica la
disposizione e tantomeno il suo inserimento in un decreto di
urgenza.



L'Anm rileva, innanzitutto, che la previsione si pone in netta
controtendenza con le richieste, in tema di perequazione economica,
da anni prospettate dalla magistratura associata, e con il
riconoscimento che il Ministero dell'Economia ha svolto in termini
di aumento della produttività della magistratura, nonostante le
gravi carenze di mezzi e dell'organizzazione da tutti riconosciute
e dalla Associazione più volte evidenziate.

La disposizione approvata, inoltre, contraddice apertamente
l'iniziativa dello stesso Ministro della Giustizia che ha di
recente manifestato disponibilità a riconoscere le istanze avanzate
dalla magistratura associata, convocando un tavolo tecnico di
confronto ed approfondimento delle tematiche retributive.



A distanza di meno di un anno dalla definitiva entrata in vigore
del nuovo Ordinamento Giudiziario, dunque, viene modificata la
regolamentazione in materia di progressione economica appena
approvata, incidendo in maniera significativa sulla stessa.

La modifica introdotta determina una sostanziale e pesante
regressione degli stipendi dei magistrati e, in particolare, dei
colleghi più giovani che, nei primi dieci anni di carriera,
vedranno determinarsi una riduzione media di circa il 12% della
retribuzione.

Appare evidente che di fronte a prospettive di progressione
economica così modificate in senso peggiorativo l'accesso alla
carriera in magistratura, già più difficoltoso con la nuova
disciplina del concorso, diventerà meno ambito, col rischio di una
selezione inadeguata.



La previsione in esame, inoltre, non risulta assolutamente
coordinata ed inserita nella nuova disciplina quadriennale delle
valutazioni di professionalità e, in ogni caso, determinerà una
eccessiva penalizzazione sui meccanismi retributivi nel caso della
valutazione  negativa del magistrato.

Tale incidenza negativa, immediatamente e stabilmente operativa,
va ad aggiungersi all'assenza di sostanziali benefici in favore dei
magistrati, pur in presenza di un nuovo assetto della carriera che
è caratterizzato da più stringenti e frequenti controlli di
professionalità e da un maggior rigore nell'accesso.

Si tratta, per altro verso, di un intervento addirittura
paradossale ove si tenga conto della mancata attuazione del pur
minimo beneficio previsto dal nuovo O.G. nella progressione
iniziale della carriera economica.



La Giunta dell'Anm ha manifestato da subito la propria assoluta
contrarietà rispetto a tale intervento, che rappresenta un
inaccettabile peggioramento dell'assetto retributivo dei
magistrati, e  ha convocato d'urgenza il Comitato Direttivo
Centrale per deliberare le conseguenti iniziative di protesta.




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