L'ANM è l'associazione cui aderisce il 96% circa
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

11 giugno 2010

Appunti sul tema della possibile comunicazione dell'Anm

In merito al delicato tema della comunicazione, la Gec hadeciso che le soluzioni da adottare dovranno essere scelte solo altermine di un lungo confronto che comprenda tutti i punti di vistadella magistratuta associata, soprattutto in vista degli obiettivifinali che l'Anm si è proposta di raggiungere.


1. Nell'ultimo periodo, sono state sempre più
frequenti le sollecitazioni rivolte all'Anm circa la necessità di
organizzare un proprio "ufficio stampa" sia per migliorare la
qualità complessiva della comunicazione delle nostre proposte sia
per efficacemente contrastare le interpretazioni di vicende
giudiziarie, spesso "azzardate" dai media nazionali.



Queste sollecitazioni provengono non solo da singoli magistrati,
vittime di campagne giornalistiche denigratorie per la emissione di
questo o quel provvedimento, ma anche da gruppi di magistrati che
lamentano in genere uno "spontaneismo" nella rappresentazione del
pensiero dell'Anm, suscettibile di rendere i nostri messaggi poco
incisivi e sovente periferici rispetto alle questioni cruciali del
dibattito pubblico sulla Giustizia. Il che - a dire di questi
colleghi  - ci taglierebbe fuori da ogni possibilità effettiva
di interlocuzione con altri protagonisti del mondo istituzionale e
con la stessa società civile.



Il tema è molto delicato, per cui, dopo un primo approfondimento
al proprio interno, la Gecha deciso che le soluzioni da adottare
dovranno essere scelte solo in esito ad un pieno confronto, il più
ampio possibile, in cui siano rappresentati tutti i punti di vista
e tutte le sensibilità presenti nella magistratura associata.

La sede naturale del confronto/dibattito, ovviamente, non può che
essere questo CDC.



Sappiamo bene che la comunicazione è terreno complesso,
scivoloso e difficile.

Il rischio di commettere gravi errori - così come quello di essere
involontariamente fraintesi -  è sempre dietro l'angolo: 
pericolo che vale, naturalmente, anche per l'Anm.

Se non si è un esperto della materia, può accadere anche quando si
hanno e migliori intenzioni.



Le cose, poi, si complicano ulteriormente se ci si esprime in
modo critico nei confronti di interventi normativi provenienti da
Governo o Parlamento. Non a caso, anche di recente, l'Anm è stata
accusata di essere un "covo di estremisti che ordisce trame
politiche".



Accade, talvolta, di essere fraintesi anche al nostro
interno.

Si pensi alla vicenda delle schede informative ed esplicative
sulla cd. "blocca-processi". Qualcuno ci ha accusato, neppure
troppo velatamente, addirittura di razzismo.



Dunque, nella comunicazione, contano il pensiero di fondo che
esprime il tuo linguaggio (scritto o parlato che sia),  il
contesto in cui è collocato il messaggio ed anche le più piccole
sfumature espositive.

La divulgazione pubblica del pensiero della magistratura è,
quindi, un qualcosa che richiede un certo "professionismo".



2. Naturalmente, nell'affrontare il tema in
esame, dobbiamo comprenderci anche sull'obiettivo finale che ci
proponiamo.

E' giusto far conoscere il pensiero dell'Anm su tutte le questioni
che riguardano la categoria: dalla legislazione in materia di
giustizia agli interventi sull'allocazione delle risorse pubbliche;
dalla riforma dell'ordinamento alle questioni economiche che ci
toccano.



Più complesso diventa il discorso se i nostri interventi nel
dibattito pubblico devono affrontare i "processi paralleli" montati
dalla stampa su una specifica vicenda giudiziaria, come alcuni
colleghi talvolta pretenderebbero.

Noi crediamo che l'Anm difficilmente possa partecipare, come
"difensore d'ufficio" del collega coinvolto nel "processo
parallelo" celebrato sui mezzi di comunicazione,  a quel
"processo fuori dal tribunale" in cui si sviluppa una autentica
battaglia sotto gli occhi della opinione pubblica.



E' vero che la stampa ha avuto, a volte, il merito di rendere
pubblici dei casi che il mondo politico intendeva soffocare.

Ma noi magistrati, oggi, dobbiamo fare i conti con il volubile
supporto dei media.

Sarebbe complicato e pericoloso avere spazio per interloquire sui
singoli procedimenti in corso. Rischieremmo di essere
strumentalizzati. I media sono portati a ricostruire l'azione
giudiziaria, a volte gonfiando i fatti per meglio catturare il
pubblico dei lettori, altre volte insistendo sull'emozione e sullo
scandalo.



E' una logica, questa, che non ci può appartenere, per il quasi
certo pericolo di esserne travolti.



3. Più plausibilmente, invece, dovremmo cercare
di migliorare quanto già stiamo facendo attraverso lo
"spontaneismo" dei singoli rapporti con i giornalisti delle varie
testate.

Questo "spontaneismo", infatti, va forse superato o, comunque, va
affiancato da una formula più strutturata.

Sul punto, occorre tenere conto di una nuova risorsa
dell'Anm: il sito multimediale.

Si potrebbero sperimentare, per qualche mese le potenzialità del
nuovo sito e, ove del caso, avviare successivamente un'opera di
progressivo inserimento del nostro link sulle testate
giornalistiche on line più frequentate.

Tra l'altro, l'attivazione dell'area multimediale consente, in
casi di emergenza, di trasmettere in "tempo reale" dei messaggi
audiovisivi dei rappresentanti pro-tempore dell'Anm. Naturalmente,
vista la delicatezza della questione, il nuovo strumento sarebbe da
utilizzare con estrema cautela e ciò renderebbe indispensabile una
opportuna fase di sperimentazione.



4. Quanto ai rapporti con la stampa, il panorama
emerso dal dibattito in Giunta ha delineato, a nostro avviso, 
tre modelli possibili:




  1. assunzione di un "addetto stampa" a tempo pieno o parziale
    oppure con contratto di consulenza (spesa fissa);


  2. contratto di assistenza da affidare ad una "agenzia di
    servizi-stampa", ovvero ad un soggetto esterno che offra
    professionalmente i propri servizi a singoli clienti (fatturazione
    a tempo);


  3. commissione di specifici "spot", per singoli eventi o
    accadimenti, a soggetti professionalmente qualificati (fatturazione
    a prestazione).



Pensiamo che l'adozione di uno dei tre modelli debba, comunque,
tenere preliminarmente conto di un fatto oggettivo, sul quale
riflettere adeguatamente.

L'impatto di un qualsiasi messaggio dell'Anm sui mezzi di
comunicazione dipende, in primo luogo, dalle opzioni editoriali
delle varie testate nei diversi momenti storici.



Se la linea generale di questi tempi è (come appare sempre più
chiaro) quella di mettere il "bavaglio" alla magistratura,
difficilmente un "addetto stampa" o "ufficio stampa" un 
riusciranno a produrre un impatto mediatico dei nostri contributi
superiore a quello che, già,  si riesce ad ottenere oggi.



Ciò non di meno, una "gestione organizzata" della comunicazione
potrebbe offrire, anche in termini di continuità della nostra
presenza sulle principali testate giornalistiche, qualche risultato
in più.



E, certamente, un esperto della materia potrebbe aiutarci ad
individuare il contesto migliore in cui collocare efficacemente un
contributo nonché curare le più piccole sfumature espositive per
rendere il nostro pensiero più incisivo e comprensibile a
tutti.

L'opzione finale su uno di questi tre modelli potrà dipendere
anche dai costi necessari a sostenerlo.



Al riguardo, una prima indicazione utile può esser quella
secondo cui il primo modello (addetto stampa) comporterebbe
mediamente un costo complessivo (stipendio+oneri previdenziali ed
accessori) collocabile tra i 60 ed i 100 mila euro, in ragione del
giornalista o pubblicista soggettivamente individuato (variabili:
età, disponibilità di tempo, status professionale etc.).

Gli altri due modelli non sono stati ancora quantificati, e ci si
riserva di farlo in esito alla eventuale scelta di uno di loro.




stampa
Stampa

Cerca documenti per...

Data

ANM risponde

Le domande e le curiosità sul funzionamento e gli scopi dell'ANM

Poni la tua domanda


Iscriviti alla newsletter

Resta aggiornato su notizie ed eventi dell'Associazione Nazionale Magistrati