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14 giugno 2010

Anm: Dl sul rientro in ruolo dei magistrati addetti al Ministero e dei componenti del Csm

Il d.l. n. 4 del 2006 contiene alcune norme che riguardano imagistrati. Innanzitutto, non si comprende quale sia la necessitàed urgenza di ricorrere allo strumento del decreto legge,oltretutto in materie così delicate.


Il d.l. n. 4 del 2006 contiene alcune norme che riguardano i
magistrati.



Innanzitutto, non si comprende quale sia la necessità ed urgenza
di ricorrere allo strumento del decreto legge, oltretutto in
materie così delicate.



Si tratta di una ennesima dimostrazione di cura di interessi
particolari. Le leggi ad personam non ci piacciono mai,
neanche quando riguardano magistrati.



La disposizione che stabilisce che deve essere valutata, ai fini
della carriera, la permanenza nelle funzioni apicali espletate
presso i ministeri, o è inutile, poiché il sistema di autogoverno
già valuta tutte le attività svolte dal magistrato nella sua vita
professionale, oppure è sbagliata, se intende introdurre un
particolare regime di favore per i magistrati che si trovano nelle
condizioni previste.



La norma che riguarda il rientro in ruolo dei componenti
elettivi del Csm. in primo luogo appare irrazionale, poiché
stabilisce un regime transitorio particolare tra la vigenza della
precedente disposizione di cui dell'articolo 30 del d.P.R. 16
settembre 1958, n. 916, e, se mai assumerà efficacia, la conferma
di tale disposizione prevista dalle legge delega di riforma
dell'ordinamento giudiziario. La disposizione vigente, introdotta
nel 2002, è criticabile per la eccessiva penalizzazione della
positiva esperienza di consigliere, soprattutto nella parte in cui
stabilisce il termine di legittimazione biennale dal rientro in
ruolo per la partecipazione ai concorsi per il conferimento di
determinate funzioni; tuttavia, la possibilità di essere
ricollocati in ruolo in qualsiasi funzione, tranne quelle
direttive, rappresenta un regime di favore non richiesto dalla
magistratura associata, è fonte di possibili disuguaglianze e
rischia di appannare l'immagine di imparzialità del Consiglio.




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