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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

15 giugno 2010

Incontro tra l'On. Prodi e la Gec

La Giunta esecutiva centrale dell'Anm ha incontrato oggi, 17ottobre 2006, il Presidente del Consiglio on. Romano Prodi.


1. Il contributo dei
magistrati  all'opera di risanamento finanziario e di rilancio
economico del paese



I magistrati italiani intendono
contribuire all'opera di risanamento finanziario e di rilancio
economico del paese avviata dalla legge finanziaria.



In primo luogo i magistrati
contribuiranno in maniera significativa versando immediatamente
maggiori imposte sui propri redditi di lavoro, giacché,  in
attesa che l'azione di contrasto dell'evasione fiscale dia i frutti
auspicati,  sono i redditi di lavoro dipendente a subire il
primo e maggiore impatto degli aumenti delle aliquote fiscali.



In secondo luogo i magistrati 
- che nel nostro ordinamento non contrattano la propria
retribuzione ma ottengono solo aumenti corrispondenti alla media
degli incrementi delle retribuzioni degli altri pubblici dipendenti
-  subiranno le stesse riduzioni già preventivate  per
gli aumenti contrattuali nel settore del pubblico impiego.



2.  L'impatto della
legge finanziaria sulla retribuzione dei magistrati e la
penalizzazione dei giovani
.



In questo quadro la norma della
legge finanziaria (art. 64) - che muta radicalmente la struttura
della  retribuzione  dei magistrati, dimezzando sia gli
aumenti per le c.d. classi stipendiali sia gli aumenti per gli
scatti di anzianità - costituisce un terzo, gravosissimo,
intervento di taglio e di  riduzione, drastica e non
temporanea, del trattamento economico che per più ragioni appare
inaccettabile.



La misura penalizza tutti i
magistrati. Per quanto riguarda i magistrati ordinari va ricordato
che ad essi sono già posti dalla legge rigorosi divieti di
svolgimento di attività economiche, che hanno una retribuzione
realmente omnicomprensiva, che non ricevono benefits di alcun tipo,
non svolgono arbitrati e sopperiscono quotidianamente con i propri
mezzi economici alle vistose carenze di mezzi dell'amministrazione
giudiziaria (sostituzione a proprie spese di personal computer
obsoleti, acquisto di codici e libri per l'indispensabile
aggiornamento et similia).



Inoltre l'incidenza delle misure
previste dalla legge finanziaria è tanto più forte quanto più è
giovane il magistrato che le subisce.



Infatti , con la legge finanziaria
la "prospettiva" retributiva di un magistrato oggi entrato in
carriera verrebbe decurtata di oltre il 30% cento, mentre
normalmente sono proprio i giovani magistrati a sopportare le
maggiori spese ( per gli oneri di famiglia e le sedi disagiate cui
sono assegnati).



E questa scelta di penalizzazione
economica dei più giovani può produrre anche un effetto
istituzionale estremamente negativo: distogliere i migliori
laureati in giurisprudenza dall'intraprendere la professione di
magistrato.



Infine viene pesantemente inciso e
ridotto anche il trattamento pensionistico che risulta ormai
calcolato con il metodo contributivo per una amplissima componente
della magistratura.





3. Il profondo malessere e lo stato di agitazione della
magistratura.



In ragione delle sue oggettive
dimensioni e del suo effetto di stravolgimento dell'intero
trattamento economico dei magistrati, la misura di decurtazione
della retribuzione ha determinato uno stato di profondo malessere e
di permanente agitazione nel corpo della magistratura.



Condizione, questa, che si aggiunge
al malessere per l'entrata in vigore di "molte" delle norme del
nuovo ordinamento giudiziario (già giudicate dai magistrati
inadeguate e per più aspetti punitive )e  che solo in parte
dovrebbero essere sospese o modificate dal parlamento ( talvolta
con soluzioni che destano forti preoccupazioni come nel caso del
decreto sugli uffici di Procura).



Nel combinato disposto delle norme
di ordinamento volute dal precedente governo e delle norme di
riduzione della retribuzione e di penalizzazione economica che oggi
si vorrebbero introdurre, la magistratura vede e denuncia una
lesione della dignità professionale del proprio lavoro e della
propria effettiva indipendenza ed una pericolosa deriva  verso
il deperimento e la mortificazione sociale, economica ed
istituzionale del ruolo del giudice e del magistrato del pubblico
ministero.  Deriva che sarebbe in più punti e sotto più
profili incompatibile anche con i principi della nostra
Costituzione.



4. Le richieste della
magistratura e dell'Anm.



Per queste ragioni la magistratura,
unitariamente rappresentata dall'Associazione nazionale chiede:





  1. che sia cancellato o espunto
    dalla legge finanziaria l'art. 64 che riduce la retribuzione e ne
    altera l'intera struttura (senza tener conto delle connesse norme
    di ordinamento giudiziario sulla progressione giuridica attualmente
    in discussione in Parlamento) e che in tal senso sia assunto dal
    governo un preciso impegno;




  2. che ogni valutazione e scelta
    legislativa in merito alla retribuzione ed alla progressione
    economica dei magistrati sia rimessa alla sua sede propria e cioè
    alla legge sull'accesso, sulla formazione e sulla carriera dei
    magistrati destinata ad essere approvata entro il luglio
    2007;




  3. che la evoluzione della
    retribuzione del magistrato sia collegata a "valutazioni periodiche
    di professionalità", cioè ad approfondite verifiche della
    "quantità" e "qualità" del lavoro svolto che misurino la
    laboriosità, la tempestività ed il grado di reale efficienza
    dell'attività giudiziaria svolta dal singolo.




Rappresenta che ove tali richieste
non dovessero essere accolte, la magistratura sarebbe costretta a
ricorrere a tutte le forme di autotutela, dalle astensioni dal
lavoro ai ricorsi giurisdizionali nei confronti delle nuove norme e
degli irragionevoli effetti da esse prodotti sullo status economico
dei magistrati.




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