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15 giugno 2010

L'Anm sulla questione "Ordinamento giudiziario"

La questione "ordinamento giudiziario" si sta facendo sempre piùcomplicata e su di essa si registrano segnali diversi econtrastanti.


La questione "ordinamento
giudiziario" si sta facendo sempre più complicata e su di essa si
registrano segnali diversi e contrastanti. 



Da un lato ci sono state le parole,  serene ed autorevoli,
del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del nuovo vice
presidente del Csm, on.le Mancino, che hanno colto e
segnalato  l'esigenza di ripensare alcuni nodi cruciali della
legge Castelli. E, accanto ad esse, le prese di posizione di tanti
esponenti delle forze politiche, incontrati dalla Giunta in questo
ultimo mese, che, sia pure con diversità di accenti, riconoscono
l'esigenza di riscrivere alcuni capitoli centrali della legge n.
150 del 2005 e, a questo fine, la necessità di sospendere
temporaneamente gli effetti del nuovo ordinamento. 



Dall'altro lato,  però, vi è stata la scelta di non discutere
in aula - dopo il proficuo lavoro svolto in Commissione giustizia -
il ddl sulla sospensione degli effetti dell'ordinamento,
anticipando di una settimana rispetto alla data prevista la
chiusura dei lavori dell'assemblea del Senato; scelta,
questa,  che resta incomprensibile e che si è risolta in un
vero e proprio "schiaffo" alle ragioni, alle richieste ed alle
attese della magistratura.



In questa situazione l'attenzione della  magistratura si
concentra su di un appuntamento: la prima settimana dei lavori
dell'assemblea del Senato, nella quale si capirà se vi è la volontà
politica e la capacità di approvare il ddl di sospensione,
necessaria premessa dell'ulteriore lavoro legislativo sulla legge
n. 150.



In caso contrario la magistratura associata dovrà imboccare con
decisione  la via dell'autotutela  per adottare tutte le
iniziative necessarie a salvaguardare giudici e pubblici ministeri
nella loro quotidiana attività giudiziaria dagli effetti più
negativi e mortificanti della legge Castelli e per impedire che il
difficile lavoro dei magistrati sia esposto alle pressioni delle
parti processuali più forti e potenti ed a condizionamenti
burocratici che rischiano di comprometterne irrimediabilmente la
serenità e l'indipendenza.



La Giunta delibera perciò di convocare il Comitato direttivo
centrale dell'associazione per sabato 23 settembre, prima data
utile per verificare l'evoluzione della situazione in sede
parlamentare e per assumere tutte le decisioni che si renderanno
necessarie.




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