L'art. 21 del decreto-legge n° 223
del 4 luglio 2006 (in GURI n° 153 di pari data), recante
"misure urgenti per lo sviluppo, la crescita e la promozione
della concorrenza e della competitività", ha previsto (comma
1) che "per il pagamento delle spese di giustizia non è ammesso
il ricorso all'anticipazione da parte degli uffici postali, tranne
che per gli atti di notifiche concernenti procedimenti
penali".
Con il comma 2, poi, ha disposto
che "al pagamento delle spese di giustizia si provvede secondo
le ordinarie procedure stabilite dalla vigente normativa di
contabilità generale dello Stato", ovvero attraverso le
sezioni di Tesoreria provinciale dello Stato operanti presso le
filiali della Banca d'Italia.
Dal 4 luglio, quindi, in attesa
delle nuove istruzioni per procedere alla liquidazione delle spese
secondo le ordinarie procedure di contabilità dello Stato, si è
determinato un grave disservizio ed un blocco sia nella
liquidazione delle indennità (cap. 1362) da corrispondere alla
magistratura onoraria (giudici di pace, giudici onorari aggregati,
giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari) sia nel
rimborso delle spese di giustizia (cap. 1360), anticipate da
magistrati, polizia giudiziaria, testimoni ed altri aventi diritto
per tutte le attività quotidiane connesse al servizio (tranne
quelle concernenti le notifiche penali nonché gli emolumenti
stipendiali degli ufficiali giudiziari, perché gravanti sul cap.
1423 che non rientra tra le spese di giustizia).
Nei giorni scorsi, tuttavia, con
circolare del 12 luglio, il direttore generale degli affari di
giustizia del ministero ha invitato i presidenti delle corti
di appello ed i procuratori generali a far sì che - in attesa delle
nuove istruzioni - i funzionari delegati per le spese di giustizia
"si adoperino per assicurare la corresponsione", mediante
speciale procedura appositamente indicata:
- ai magistrati onorari dei compensi costituenti basi
stipendiali (cap. 1362);
- agli ufficiali giudiziari delle spese (urgenti e non
procrastinabili) connesse ad atti di notifica in materia civile
(cap. 1360).
A tutta evidenza, dunque, sono
rimaste fuori dall'intervento della normativa secondaria:
1. le spese di giustizia
anticipate dai magistrati, dalla polizia giudiziaria, dai
consulenti tecnici, dai periti e dai testimoni, con grave disagio
per alcuni di questi soggetti processuali (ad es., i sostituti DDA,
che devono recarsi quotidianamente fuori sede per le udienze presso
i tribunali circondariali e per le attività investigative
urgenti);
2. le indennità spettanti agli
esperti dei tribunali per i minori e dei tribunali di sorveglianza,
nonché ai giudici popolari delle corti di assise.
L'Associazione nazionale magistrati
esprime, pertanto, la viva preoccupazione sui tempi di attuazione
delle nuove istruzioni per attivare le "ordinarie procedure
stabilite dalla contabilità generale dello Stato", in
relazione alle quali l'associazione reputa urgente ed
indispensabile rivolgersi a tutti gli organi competenti, a
cominciare dal ministero dell'economia e delle finanze, affinché il
menzionato blocco delle spese di giustizia venga rimosso nel minor
tempo possibile.