28 giugno 2010
Sulla consultazione dei magistrati in vista del rinnovo del Csm
L'Associazione nazionale magistrati ritiene, come più volteribadito, che il sistema elettorale che maggiormente rispondeal ruolo costituzionale del Consiglio superiore della magistraturasia quello proporzionale per liste concorrenti.
- Il sistema introdotto nel 2002 per
la elezione dei componenti togati del Csm si è rivelato, nella sua
pratica applicazione, uno strumento che ha fortemente limitato il
diritto degli elettori di scegliere le persone più idonee a
rappresentarli.
L'abolizione del voto per liste e la introduzione di un voto
singolo per categorie in un collegio unico nazionale ha, infatti,
determinato la presentazione di un numero di candidati quasi
corrispondente a quello dei posti disponibili.
Per la gran parte degli eletti la scelta è stata quindi di fatto
sottratta agli elettori e anticipata ad una fase antecedente al
voto, cioè quella della selezione dei candidati all'interno dei
singoli gruppi associati.
Ora, per quanto democratici e partecipati possano essere i
meccanismi di scelta all'interno di ciascun gruppo, è evidente che
dagli stessi rimangono estranei tutti i magistrati che
legittimamente non intendono partecipare all'attività dei gruppi e
che, tuttavia, godono, in base al dettato costituzionale, del
diritto di eleggere i rappresentanti al Csm.
È innegabile che in questo modo si sia determinato un meccanismo
nel quale chi aspira ad essere eletto al Csm ha bisogno, oggi,
prima ancora che del consenso degli elettori, di essere forte
all'interno del proprio gruppo.
L'Associazione nazionale magistrati ritiene, come più volte
ribadito, che il sistema elettorale che maggiormente risponde
al ruolo costituzionale del Consiglio superiore della magistratura
sia quello proporzionale per liste concorrenti. Il sistema
proporzionale per liste, infatti, è l'unico idoneo a garantire allo
stesso tempo la rappresentanza all'interno del Csm delle diverse
culture della magistratura e la possibilità per gli elettori di
scegliere le persone ritenute maggiormente idonee a rappresentarli.
In questo senso abbiamo chiesto e chiediamo alla politica una
riforma della legge elettorale del Csm.
In assenza di interventi del legislatore riteniamo, però, sia
nostro dovere individuare un sistema che attenui o riduca i guasti
più evidenti della legge del 2002 e che restituisca agli elettori
una reale e concreta possibilità di indicazione dei propri
rappresentanti.
- L'intendimento dell'Anm non è
certamente di stabilire un legame preferenziale con i gruppi
associati o di influenzare le scelte del Csm, con l'effetto di
condizionarne il funzionamento, ma al contrario di esercitare
pienamente il proprio ruolo di rappresentanza dei colleghi,
attraverso la promozione di una consultazione aperta a tutti i
magistrati per recuperare un'autentica partecipazione al sistema
dell'autogoverno.
Di qui la proposta della Giunta dell'Anm di organizzare una
consultazione preliminare tra tutti gli elettori, che preceda la
fase di selezione delle candidature da parte dei gruppi.
E ciò sarà ancora più significativo se si consideri il ruolo
rilevante che nel dibattito avranno le differenti opzioni
culturali, che consentiranno una scelta basata effettivamente
sull'adesione a programmi e idee.
Siamo consapevoli del fatto che questa consultazione sarà
possibile solo con l'esplicita adesione e partecipazione di tutti i
gruppi organizzati, ai quali l'Anm chiede di collaborare a un
progetto che dia maggiore legittimazione democratica all'elezione
del Csm, favorendo l'indicazione dei candidati/eletti da
parte di TUTTI i magistrati italiani.
Per questo la Gec, in caso di approvazione della proposta
provvederà ad interpellare i gruppi associativi fissando un termine
per comunicare la disponibilità a partecipare alla
consultazione.
Per realizzare questo obiettivo è necessario che i gruppi
associativi si impegnino a partecipare alla consultazione favorendo
l'indicazione o l'emersione di un numero congruo di candidati, in
modo da assicurare una effettiva selezione tra gli stessi e rendere
possibile un confronto con candidati che non siano espressione dei
gruppi associativi.
La consultazione che proponiamo non può ovviamente avere carattere
vincolante per nessuno, in quanto le scelte sulle candidature
saranno adottate da ciascun gruppo o da singoli interessati;
riteniamo, tuttavia, che una consultazione vera, aperta e
partecipata possa fornire un rilevante contributo in favore di
scelte dei gruppi e dei singoli maggiormente in sintonia con le
indicazioni dell'elettorato.
Proprio per questo è evidente che il meccanismo della
consultazione non può riprodurre quello previsto per le elezioni,
in quanto sarebbe inevitabile il rischio di una duplicazione dei
suoi effetti negativi
La proposta che vogliamo, pertanto, formulare è quella di una
consultazione per aree territoriali, tale da consentire una
maggiore vicinanza dei candidati agli uffici giudiziari nei quali
operano
Per evitare, però, da un lato una eccessiva parcellizzazione del
voto e dall'altro che emerga un numero troppo elevato di eleggibili
(tale da restituire pienamente alle correnti la selezione dei
candidati) proponiamo la formazione di:
Un'ultima notazione.
L'organizzazione da parte della Gec
di una tale consultazione determina, ad avviso unanime dei suoi
componenti, una oggettiva incompatibilità a partecipare come
candidati alla consultazione. È un principio generale per noi
scontato, quello della astensione in presenza di potenziali
conflitti di interesse, ma che probabilmente di questi tempi giova
ribadire.