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Il piano straordinario per la digitalizzazione della giustizia
dei Ministeri per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione e
della Giustizia è stato proposto a tutti gli uffici giudiziari
senza interpellare il Consiglio superiore della magistratura e
viene calato negli uffici senza alcun confronto preventivo in sede
nazionale e locale.
Ciononostante il piano potrebbe
essere comunque una grande occasione per consentire agli uffici
giudiziari di compiere un salto di qualità omogeneo, per superare
disarmonie e differenti ripartizioni di risorse tecnologiche, per
consentire la digitalizzazione degli atti civili e penali, le
notifiche ed i pagamenti telematici.
Tuttavia l'importo stanziato, pari
a cinquanta milioni, appare con ogni evidenza insufficiente a
raggiungere tali obiettivi in 466 Uffici giudiziari penali e civili
così articolati: 29 Corti di Appello (comprese le sezioni di
Bolzano, Sassari e Taranto), 29 Procure Generali (comprese le
sezioni di Bolzano, Sassari e Taranto), 165 Tribunali, 165 Procure
presso i Tribunali, 26 Tribunali di Sorveglianza, 26 Tribunali per
i Minorenni e 26 Procure presso i Tribunali dei Minorenni.
Del resto va evidenziato che il
processo civile telematico non è ancora stato realizzato nella
maggior parte degli uffici giudiziari e che il gestore centrale del
Processo Civile Telematico ha registrato numerosi episodi di
malfunzionamento. Il rischio è che si ripetano episodi analoghi a
quanto accaduto con la chiusura del centro elettronico di
documentazione presso la Cassazione con sospensione del servizio di
ricerca dei precedenti giudiziari (Italgiureweb).
Quel che più preoccupa i magistrati
italiani è la mancanza di una effettiva assistenza sistemistica ed
applicativa negli uffici nel momento del passaggio da una giustizia
cartacea ad una digitalizzata: occorre la presenza di personale
tecnico negli uffici in grado di fronteggiare ogni evenienza.
Inoltre non si può dimenticare che
il materiale informatico (hardware) è insufficiente e non è
adeguata per potenza ai nuovi "applicativi".
Infine il nuovo piano straordinario
è stato preceduto dal "Protocollo di intesa per la realizzazione di
programmi di innovazione digitale tra Ministero della Giustizia e
Ministero per la Pubblica Amministrazione e per l'Innovazione
stipulato il 26 novembre 2008 che prevedeva 5 linee di
sviluppo:
notifiche telematiche, da
realizzarsi entro il giugno 2010;
rilascio telematico di
certificati giudiziari entro il 2010;
trasmissione telematica notizie
di reato, entro la fine del 2010;
tegistrazione telematica atti
giudiziari civili, entro giugno 2010;
accesso pubblico via rete alle
sentenze e ai dati dei procedimenti, entro primo semestre
2010.
Va sottolineato che la gran parte
degli obiettivi indicati dal protocollo non è stata realizzata nei
tempi previsti.
La Settima Commissione del CSM ha chiesto al Ministero di
riprendere il corretto dialogo istituzionale sul tema
dell'informatica.
L'Anm chiede al Ministero di:
ripristinare il confronto con il
Csm;
estendere il confronto al
Consiglio Nazionale Forense, ai consigli degli ordini degli
avvocati e dei commercialisti;
prevedere forme di effettiva e
continuativa assistenza sistemistica ed applicativa negli
uffici;
procedere alla scelta definitiva
del sistema di digitalizzazione degli atti penali fra gli attuali
quattro sistemi oggi operativi;
istituire momenti di
coordinamento e monitoraggio a livello locale e nazionale.
In definitiva è necessario che si
abbandoni la politica degli annunci e si passi alla effettiva
realizzazione dei progetti di innovazione informatica.