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5 febbraio 2013

Catania, inaugurazione anno giudiziario 2013/2014

 


Signor Presidente, Signor
Procuratore Generale, Autorità presenti, signori Colleghi, 
nell'intervenire a nome della Magistratura associate del Distretto,
preme in primissimo luogo manifestare il cordoglio della
Giunta   per la recente tragica  e prematura
scomparsa della collega  Cinzia Sgrò,  Magistrato 
di assoluto valore, personalmente conosciuta  ed apprezzata
sin dai tempi dell'uditorato.

 

In secondo luogo è doveroso da parte mia  presentare 
alle SS.LL. la Giunta appena insediatasi, che annovera al suo
interno Magistrati che si distinguono per prestigio ed
autorevolezza, rappresentata da un Presidente da tutti conosciuto
per il suo impegno antimafia e per la sua dedizione alla vita
dell'Associazione, che certifica la continuità con la precedente
Giunta e che al contempo proietta questa Giunta verso un 
quadriennio che nasce  sotto i migliori auspici per la
magistratura  del distretto: è una Giunta unitaria che, seppur
rappresentativa delle diverse anime della Magistratura Catanese,
annoverando Magistrati eletti nelle liste di Area, Unicost e
Prospettiva Autonoma, è formata da Colleghi che sin da subito si
sono riconosciuti nei valori dell'indipendenza, dell'autonomia e
della credibilità.





La Giunta distrettuale deve
confrontarsi con problematiche di rilievo che  concernono il
ruolo della Magistratura nel quotidiano esercizio della
giurisdizione: la questione morale e la rideterminazione delle
piante organiche.





E' intendimento della Giunta
distrettuale ribadire giorno per giorno,  che il singolo
Magistrato, per essere credibile ed esercitare la propria missione
deve essere ed ancor prima apparire scevro da condizionamenti, da
aderenze  e da "appartenenze", siano esse economiche o
politiche. 

La scoperta, nel corso dell'anno appena trascorso, di anomali
rapporti di cointeressenza economica tra magistrati operanti nel
circondario aretuseo e avvocati del libero Foro e il coinvolgimento
dei primi in conseguenti vicende disciplinari ci induce a definire
il 2012, senza paura di smentita, come l'annus orribilis per la
Magistratura siracusana e, di riflesso, per la Magistratura del
Distretto, vissuto con travaglio dai Magistrati.

Lo sforzo dell'ANM è teso a ripristinare integra la credibilità e
il prestigio della Magistratura del nostro territorio agli occhi di
una opinione pubblica comprensibilmente scossa, anche al fine di
evitare indiscriminati e ingiuste generalizzazioni.

L'anno appena trascorso deve rappresentare l'anno zero, le
fondamenta su cui ricostruire  la comune casa  della
Giustizia, perché è intendimento della Giunta e di  chi Vi
parla, Magistrato da più tempo di tutti in servizio presso la
Procura Aretusea,  fare in modo che i palazzi di
Giustizia  diventino sempre più di vetro, trasparenti ma allo
stesso tempo impermeabili!





La seconda problematica, quella
della rideterminazione delle piante organiche,  solleva
notevoli perplessità in ragione del metodo adottato dagli Uffici
Ministeriali, senza alcuna  reale approfondita interlocuzione
con  gli uffici giudiziari.





Il parametro di fondo è quello
delle  sopravvenienze, senza argomentare in che modo tale dato
statistico sia stato raggiunto, senza approfondita analisi della
diversificazione dei singoli procedimenti  e del loro valore
ponderale, esaltando uffici che hanno badato, con preoccupante
lungimiranza ai numeri attraverso registrazioni  generose.





Occorre, al contrario tener
presente il dato delle pendenze, anche alla luce di una mirata
considerazione dei bacini di utenza e del contenzioso locale,
perché, appare ovvio, che a ragionar diversamente, i Tribunali
meridionali ne verrebbero oltremodo penalizzati, circondari che
pagano un prezzo alto alla criminalità organizzata e non,  e
che sono storicamente afflitti dai problemi legati alla mobilità
dei Magistrati, alla cronica carenza di personale amministrativo e
di strutture adeguate.

E' noto che Tribunali e Procure meridionali operano da decenni in
contesti di cronica scopertura di organici, situazione che non
consente di rispondere agevolmente alla domanda di giustizia, con
creazione di arretrato, malgrado l'impegno profuso da una
Magistratura  spesso di prima nomina, formatasi con il culto
del lavoro!





Bene ha fatto il Consiglio
Superiore della Magistratura a coinvolgere i Consigli Giudiziari
per una completa analisi delle realtà locali, bene farà la Giunta
Distrettuale ad avviare una immediata interlocuzione  con le
sottosezioni e con i capi degli Uffici. 


 



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