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19 settembre 2014

Deliberato della Giunta ANM di Lecce sul D.L. 132/2014 e le annunciate riforme della Giustizia

La Giunta distrettuale di Lecce esprime la massima preoccupazione per le riforme, annunciate dal Governo o varate col D.L. n. 132/14, le quali, per un verso non appaiono in grado di restituire efficienza e funzionalità al sistema giudiziario italiano, per altro verso scaricano sulla Magistratura la responsabilità delle disfunzioni che si registrano ad ogni livello, grazie anche ad una legislazione che, soprattutto negli ultimi anni, si è caratterizzata per interventi peggiorativi, i cui guasti è stato possibile limitare solo grazie allo straordinario impegno di magistrati e personale amministrativo, cui si deve se il pesante fardello dei processi arretrati non sia aumentato, ma anzi sensibilmente diminuito (del 14,9% nel settore civile, nel periodo 31.12.09 - 31.12.13, come si desume dallo stesso sito del Ministero della Giustizia).
L’A.N.M., ad ogni livello, ha denunciato la grave crisi della Giustizia, indicando carenze e proponendo riforme, ma è rimasta inascoltata. Nel settore civile: un arretrato spaventoso pari a 5,2 milioni di processi pendenti; un sistema processuale estremamente farraginoso, caratterizzato da una miriade di “riti” spesso contraddittori fra loro; l’assenza endemica di risorse. Nel settore penale, un meccanismo repressivo inadeguato soprattutto in riferimento a gravi fatti di corruzione che da anni affliggono il Paese; la perdurante previsione di illeciti penali, la cui rilevanza, al contrario, è estremamente limitata e che finiscono con l’appesantire il lavoro di Procure e Tribunali; un sistema processuale asfittico e funestato dalla prescrizione, che vanifica il lavoro dei Magistrati. Sono solo alcune delle gravi disfunzioni da sempre denunciate, a fronte delle quali si è risposto con un intervento normativo di stampo populistico, censurabile nel metodo (l’adozione di un D.L. per materie non tutte connotate da urgenza, senza alcun confronto con le indicazioni suggerite da chi opera sul campo) e per i contenuti, che denotano un’allarmante semplificazione delle gravi problematiche che attraversano la giustizia civile, cui si è pensato di rispondere con meccanismi di de-giurisdizionalizzazione a dir poco incongrui e che – è facile prevedere – non otterranno alcuno degli effetti sperati. Il tutto condito dal facile e fallace sillogismo: meno ferie ai magistrati = giustizia più veloce.
Altri - e ben più seri – avrebbero dovuto e dovrebbero essere i provvedimenti di riforma, accompagnati da una cospicua immissione di risorse, senza le quali alcuna riduzione dell’arretrato o della durata dei processi è possibile (a mero titolo di esempio, oltre alla scopertura di oltre mille posti nell’organico dei Magistrati, destinata ad aggravarsi a causa della riduzione dell’età pensionabile da 75 a 70 anni – altro provvedimento che avrebbe richiesto una maggiore gradualità -, si sottolinea come le assunzioni di personale amministrativo siano ferme agli anni ’90 del secolo scorso).


Ciò premesso, La Giunta distrettuale di Lecce
Stigmatizza


Il tentativo, anche mediatico, di ascrivere alla Magistratura la responsabilità di un’Amministrazione della Giustizia asfittica ed inefficiente e l’adozione di soluzioni che, lungi dal risolvere i problemi, si traducono in slogan velleitari e propagandistici;
Considera
Inutile e foriera di ulteriori disservizi per il cittadino la ventilata soppressione di Corti d’Appello o loro Sezioni Distaccate (la quale, oltretutto, con riferimento alla soppressione della Sezione distaccata di Taranto, comporterebbe l’ulteriore problema del reperimento ed allestimento di adeguati uffici, essendo i Palazzi di Giustizia di Lecce colmi sino all’inverosimile);


Evidenzia


La mancata adozione di provvedimenti che valgano a scongiurare l’abuso del processo, tanto nel settore civile quanto nel settore penale, nonché la perdurante inerzia legislativa nel settore della bioetica, le cui delicatissime problematiche sono state fino ad oggi affrontate e risolte solo grazie al coraggioso intervento della Corte Costituzionale e della Giurisprudenza, tacciata – manco a dirlo – di ingiustificata supplenza;


Invoca


L’adozione di misure che, tanto nel settore civile quanto in quello penale, siano volte ad assicurare la ragionevole durata del processo, richiamando tutti i progetti di riforma stilati dall’A.N.M. (e facilmente consultabili sul sito) ed evidenziando come una migliore efficienza del sistema giustizia passi dalla valorizzazione - e non dalla mortificazione – del giudice professionale (il cui ruolo centrale nel processo civile era già ben individuato dal “processo Chiovenda”, connotato da oralità e concentrazione, e che oggi si rinvengono, in parte, nel rito del lavoro);


Propone


La soppressione del periodo feriale di cui alla legge n. 742/69;


Auspica


Che il CSM adotti misure che tutelino l’immagine e la dignità della Magistratura, individuino precisi carichi esigibili di produttività e rendano effettivamente fruibile il periodo feriale, quale individuato dal D.L. n. 134/14, escludendolo, insieme a quello di assenza per malattia, dal computo dei termini per il deposito dei provvedimenti;


Convoca


Per il giorno 30.9.14 - ore 16,00, aula GIP al IV piano del Tribunale - l’Assemblea dei magistrati del Distretto per discutere dei temi innanzi trattati e per la formulazione di proposte concrete da inoltrare al C.d.C. dell’Associazione, già convocato per l’11.10.14. Si rappresenta che alla detta Assemblea sarà presente il Collega Maurizio Carbone, Segretario nazionale dell’ANM.

Il Segretario, Adele Ferraro
Il Presidente, Roberto Tanisi
 



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