L'ANM è l'associazione cui aderisce il 96% circa
dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

9 novembre 2014

Delibera conclusiva dell'assemblea generale

Stato di mobilitazione, richiesta di un incontro urgente con il Governo e Giornata per la Giustizia


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La giurisdizione è strumento irrinunciabile di tutela dei diritti dei cittadini ed alla magistratura ne è affidato l’esercizio indipendente e imparziale.
La magistratura associata denuncia il diffondersi di un dibattito pubblico superficiale, intriso di propaganda, di pregiudizi e di luoghi comuni. Il malcelato fastidio per il controllo di legalità si esprime fino al punto di considerare la giurisdizione come un ostacolo da rimuovere e di rivolgere ai magistrati accuse infondate e ingiuriose di inefficienza e irresponsabilità. Simili falsità colpiscono il senso ed il valore della giurisdizione e sono smentite dalle statistiche indipendenti elaborate dalla Commissione per l’efficienza della giustizia del Consiglio d’Europa, che collocano la magistratura italiana ai livelli massimi di produttività e attestano la severità del sistema disciplinare.
La magistratura associata è costretta a ricordare che la giustizia deve restare immune da logiche di propaganda e non può tollerare forzature legate a interessi particolari.
Consapevoli delle trasformazioni in atto nella società e nelle istituzioni, i magistrati respingono ogni conservatorismo ma anche ogni falsa idea di innovazione; chiedono interventi che rilancino l’efficacia e il decoro della funzione giudiziaria; rifiutano ogni tentativo di riformare la giustizia attraverso la riforma dei giudici e del loro stato giuridico.
L’ANM da lungo tempo denuncia la grave crisi di efficienza e di funzionalità in cui versa il sistema giudiziario italiano, che si traduce in crisi di credibilità della Giustizia, con gravi ricadute sul principio di legalità e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Tale situazione non è certo causata dall'inettitudine dei magistrati ma da carenze organizzative, da gravi vuoti nell’organico del personale amministrativo -largamente inferiore alle necessità minime del sistema-, da un’innovazione tardiva e insufficiente, da una politica da troppo tempo disattenta ed incoerente nei settori della giustizia civile e penale.
Le attuali riforme, frettolosamente definite rivoluzionarie, contengono interventi inutili e di facciata e sono state realizzate attraverso lo strumento della decretazione d’urgenza, con modalità che violano i doveri di lealtà istituzionale quanto all’aspetto riguardante lo status dei magistrati e accompagnate da slogan propagandistici, che li indicano come causa dei ritardi e delle inefficienze. La vera sfida non si gioca sulla burocratizzazione dei magistrati ma sulla capacità e volontà di realizzare riforme coraggiose, assicurando finalmente investimenti adeguati, che restituiscano al sistema efficienza e dignità.
Chiediamo dunque che il Governo e il Legislatore dimostrino la propria volontà di riformare davvero la giustizia, attraverso:



  • interventi sugli organici, sulla riqualificazione e sulla formazione del personale amministrativo, ormai ridotto a livelli inferiori a quelli di minima funzionalità e gravato da crescenti responsabilità;

  • forti interventi nel settore dell’organizzazione, con una stabile disciplina della magistratura onoraria e la piena realizzazione dell’ufficio del processo;

  • un corretto processo di informatizzazione, che non cerchi di realizzare risparmi attraverso l’imposizione ai magistrati di compiti impropri e di un inaccettabile aggravio delle modalità di lavoro;

  • hardware e software adeguati ed una rete efficiente;

  • formazione qualificata e assistenza tempestiva, a sostegno del processo civile telematico e del nascente processo penale telematico;

  • il completamento della riforma della geografia giudiziaria e degli organici;

  • la realizzazione di condizioni di lavoro adeguate al decoro della giurisdizione, sia per i magistrati sia per tutti coloro che contribuiscono al servizio;

  • interventi nel settore del processo civile, diretti a realizzare la semplificazione e l’uniformità dei riti;

  • la riforma coraggiosa del processo penale, che vinca ogni resistenza conservatrice e promuova la semplificazione del rito, la salvaguardia delle garanzie reali e l’eliminazione di ogni inutile formalismo;

  • la riforma urgente della prescrizione, che ne escluda il decorso almeno dopo la sentenza di primo grado, eliminando le storture di un sistema che vanifica anni di lavoro;

  • il sollecito esercizio della delega già conferita al Governo nei settori della depenalizzazione, della non punibilità per tenuità del fatto, delle sanzioni e delle misure alternative;

  • il rafforzamento degli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata, alla criminalità economica e alla corruzione.


I magistrati non si sottraggono alla responsabilità che deriva dalla loro delicatissima funzione; ma chiedono che ciò avvenga nel pieno rispetto dei principi costituzionali di autonomia e indipendenza della giurisdizione. Dinanzi al rischio di azioni civili pretestuose, infatti, le parti di ogni giudizio correrebbero il rischio di trovarsi davanti ad una giustizia non più giusta, ma più innocua e più conformista.
Non si può tollerare che l'esercizio della giurisdizione sia condizionato dalla minaccia permanente di sanzioni, specialmente dinanzi a carichi di lavoro elevatissimi e ormai intollerabili. Dunque, i magistrati respingono con forza il modello di magistrato burocrate, volto solo a ridurre il livello della propria esposizione, e sottolineano che l'efficienza non si ottiene minacciando sanzioni. A tal fine, sollecitano un regime della responsabilità e criteri di valutazione della professionalità che recuperino il concetto del limite, oltre il quale l’impossibile non può essere richiesto.
La posizione della magistratura associata vuole garantire una giustizia imparziale al servizio dei cittadini: quale funzione di rango costituzionale, perciò, la giurisdizione va salvaguardata nelle sue caratteristiche di autonomia e di autorganizzazione e, in breve, nella sua dignità. E’ appunto nella prospettiva e a presidio della dignità e specificità della funzione giudiziaria che devono trovare adeguato riconoscimento lo stato giuridico e i diritti dei magistrati. A tal fine, l’ANM si oppone con fermezza ad ogni intervento che, col pretesto di migliorare l’efficienza del servizio giustizia, produca in realtà l’unico effetto di colpire ingiustamente la magistratura –ormai giunta ai limiti ed anzi oltre i limiti massimi di possibile rendimento– e di fatto la qualità stessa della giurisdizione.


Tutto ciò premesso:


I MAGISTRATI CHIEDONO


1) a quanti sono rivestiti di responsabilità istituzionali, lealtà e rispetto verso la giurisdizione e verso la magistratura;
2) che si realizzino con urgenza vere riforme dirette a rendere efficiente il servizio giustizia, secondo le linee sopra tracciate;
3) che si provveda con urgenza alla riqualificazione ed alla formazione permanente del personale amministrativo in servizio e all’assunzione di nuovo personale in misura adeguata alle impellenti esigenze di lavoro;
4) che si provveda alla copertura degli organici della magistratura, onde fornire tempestiva risposta alla crescente domanda di giustizia;
5) che siano assicurate condizioni di lavoro decorose e piena tutela dei diritti fondamentali, quale il diritto alla salute, eliminando la decurtazione dell’indennità di funzione in caso di malattia o di permesso ai sensi della legge n. 104/1992;
6) che sia assicurato ai magistrati l’effettivo godimento del periodo feriale;
7) che nelle valutazioni di professionalità e nei procedimenti disciplinari si tenga conto delle condizioni di lavoro e degli effettivi carichi di lavoro dei magistrati;
8) che siano assicurate le necessarie risorse, destinando interamente al servizio giustizia le ingenti somme recuperate attraverso il Fondo Unico Giustizia.


L’ASSEMBLEA


DELIBERA


lo stato di mobilitazione, non escludendo le ulteriori forme di protesta che si rendessero necessarie rispetto a modifiche della responsabilità civile che incidano sulla indipendenza e sulla autonomia della magistratura;


CHIEDE


un incontro urgente con il Governo, per essere effettivamente ascoltati, per presentare le proprie proposte in tema di giustizia e per avere serie e concrete risposte.


INDICE


la convocazione, per giovedì 11 Dicembre 2014, di assemblee distrettuali pubbliche, nel corso delle quali sarà data lettura della presente delibera, con eventuale breve sospensione delle udienze.


INDICE


la Giornata per la Giustizia, per sabato 17 Gennaio 2015, con l’apertura dei tribunali alla cittadinanza e la realizzazione di momenti pubblici di riflessione e confronto, con lo scopo di diffondere la corretta informazione sull’attività giudiziaria e sensibilizzare sulle condizioni in cui essa è svolta.


DISPONE


la pubblicazione, su un giornale a diffusione nazionale, dei dati relativi alla produttività dei magistrati e alle cause della mancanza di tempestiva risposta ai cittadini / la realizzazione e la pubblicazione, su un sito primario di informazione on-line e sui social media, di un video in cui si dia conto della produttività dei magistrati e delle cause della mancanza di tempestiva risposta ai cittadini;


MANDA


agli organi direttivi dell’ANM –Comitato Direttivo Centrale e Giunta Esecutiva Centrale– e alle Sezioni e Sottosezioni dell’associazione, per l’esecuzione di quanto sopra deliberato e per la promozione di ogni altra iniziativa e azione necessaria, a tutela della dignità e qualità della giurisdizione e dell’autonomia e indipendenza della magistratura, incluse pubbliche denunce e, ove necessario, azioni di protesta.



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Relazione introduttiva Presidente Sabelli | doc, 23 kb

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