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24 marzo 2018

Sicurezza e salute dei magistrati

Linee d’azione per la tutela della sicurezza e della salute dei magistrati


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In via generale “le pubbliche amministrazioni garantiscono parità e pari opportunità tra uomini e donne e l’assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro. Le pubbliche amministrazioni garantiscono altresì un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo...” (art.7, co. 1, secondo periodo d.lgs. 165/2001, come novellato dall’art.21 legge 183/2010).


Per benessere organizzativo si intende comunemente la capacità dell’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori per tutti i livelli e i ruoli. Studi e ricerche sulle organizzazioni hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo.

Il concetto di benessere organizzativo si riferisce, quindi, al modo in cui le persone vivono la relazione con l'organizzazione in cui lavorano; tanto più una persona sente di appartenere all'organizzazione, perché ne condivide i valori, le pratiche, i linguaggi, tanto più trova motivazione e significato nel suo lavoro.

Ebbene, esporre questi concetti – che sono giuridici e normativi – ai lavoratori del mondo della giustizia suona sarcastico, tale è lo stato di arretratezza, di abbandono e di inadeguatezza delle nostre strutture. È un fatto non solo e non tanto di mezzi o di risorse, ma di cultura. Basti pensare che, nonostante gli obblighi derivanti dalla disciplina generale (d. lgs. 81/2008 e 150/2009) e specifica (d. lgs. 33/2013) in tema di pubblicità delle misure per il benessere organizzativo, il sito del Ministero della giustizia è tra i pochi ad essere privo di relazioni in materia, se non per il settore penitenziario e limitate comunque ad anni addietro.

Non era perciò il caso d’intitolare al benessere organizzativo il questionario che nella primavera scorsa l’ANM ha diffuso tra i propri associati: l’abbiamo dedicato più prosaicamente, verrebbe da dire, alla sicurezza ed alla salute, consapevoli che l’ufficio giudiziario, il nostro ambiente di lavoro, è purtroppo vissuto come un luogo che concentra ostacoli e non mezzi per uno svolgimento sereno dell’attività professionale.


I risultati dell’indagine condotta tra tremila magistrati associati non sono stati dunque sorprendenti. Ma essi chiamano l’ANM, con l’urgenza dettata dai gravi episodi registratisi sino a pochi mesi fa in alcuni sedi, a chiedere senza più ammettere indugi gli interventi minimali per consentire ai magistrati di rendere il proprio servizio quotidiano senza essere esposti a rischi costanti per la salute e l’incolumità.

Abbiamo individuato i seguenti interventi indispensabili.


1. Prevenzione e protezione del magistrato
- Fornitura di postazioni ergonomiche (sedie, fonte luminosa, microclima)
- Elenco delle dotazioni fornite dall’Amministrazione consegnato al magistrato con facoltà per lo stesso di chiederne l’integrazione o la sostituzione da eseguirsi in un termine minimo
- Visite periodiche oculistiche (per lavoratore videoterminalista) e muscoscheletriche (per lavoro sedentario)


2. Accesso agli uffici giudiziari
- Monitoraggio della funzionalità dei sistemi di filtraggio meccanici e umani


3. Accesso alle aule d’udienza
- Presenza costante di vigilanza nell’aula da subito prima a subito dopo l’udienza in alternativa, per i luoghi diversi dall’aula nei quali venga celebrata l’udienza, vigilanza esterna e segnalatore di “avviso pericolo” attivabile dal magistrato e collegato con la vigilanza.


4. Accesso alla stanza del magistrato
- Dotazione d’una porta antisfondamento fornita di chiusura dall’interno
- Telecamera (o spioncino) per identificare dall’esterno il visitatore
- Segnalatore di “avviso pericolo” attivabile dal magistrato e collegato con la vigilanza


In alternativa parziale all’interventi sub 4., considerato minimale, segnaliamo
5. Accesso alla “zona riservata” agli uffici dei magistrati
- Accesso controllato con videocamera ed apertura della porta tramite badge in dotazione al personale interno o all’avvocato.


Roma, 24 marzo 2018
Il Comitato Direttivo Centrale



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