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13 maggio 2023

Documento su i carichi esigibili

Progetto di lavoro approvato dal Cdc

La riforma Cartabia, con la L. n. 71 del 2022 ha modificato la disciplina dei programmi di gestione degli uffici giudiziari, introducendo la nuova figura dei «risultati attesi» che ogni capo dell’ufficio deve fissare annualmente «sulla base dell'accertamento dei dati relativi al quadriennio precedente e di quanto indicato nel programma di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 25 luglio 2006, n. 240» ma che devono essere comunque fissati «nei limiti dei carichi esigibili di lavoro individuati dai competenti organi di autogoverno».


La nuova disciplina distingue, pertanto, i «risultati attesi», che competono al capo dell’ufficio, dai «carichi esigibili», che devono essere individuati dal C.S.M. e che costituiscono un limite al potere del capo dell’ufficio di fissare i risultati attesi.


La natura di limite dei carichi esigibili rimanda all’idea di individuare una soglia di impegno lavorativo oltre la quale si corre il rischio che l'attenzione cali e il lavoro perda di qualità, a tutela della giurisdizione stessa e degli utenti del servizio giustizia, prima ancora che dei magistrati, e tale soglia non può essere differente da ufficio a ufficio, perché si tratta di un limite intrinseco delle capacità lavorative umane.


Si tratta di un compito certamente non facile, poiché vanno contemperate l’esigenza di individuare una soglia omogenea su tutto il territorio nazionale con quella di tenere nel debito conto la varietà dei compiti che i magistrati svolgono e le peculiarità (geografiche, di dimensioni e di materie trattate) dei singoli uffici giudiziari nei quali gli stessi sono inseriti. Occorre, inoltre, valorizzare una vasta gamma di incombenze  demandate ai magistrati (come, ad esempio,  il tempo dedicato ai rapporti con l’utenza degli uffici giudiziari e i collaboratori e quello dedicato all’indispensabile aggiornamento professionale od alla formazione di tirocinanti ed addetti all’ufficio per il processo) non strettamente ricollegabili alla redazione di provvedimenti giudiziari e non rilevabili  dalla statistica, come concepita attualmente,  che tuttavia assorbono rilevanti energie lavorative.


L’ampia informatizzazione dei registri sia del settore civile che di quello penale consente, tuttavia, di raccogliere una enorme quantità di dati sul lavoro svolto dai magistrati italiani che, opportunamente analizzati possono restituire un quadro estremamente dettagliato e ampiamente utilizzabile per la determinazione dei carichi esigibili.


A tal fine questa Commissione ha elaborato un progetto di lavoro, “per la cui esecuzione si rende indispensabile il ricorso a risorse esterne e a competenze specialistiche nel campo della statistica”, specificamente finalizzato a individuare la soglia di impegno lavorativo oltre la quale si corre il rischio che l'attenzione cali e il lavoro perda di qualità, tenendo conto della varietà dei compiti che i magistrati svolgono e della dimensione degli uffici giudiziari.


Fasi del progetto:



  1. Individuazione di tipologie standard di provvedimenti giudiziari:

    • Settore civile: dovranno essere considerati le svariate tipologie di provvedimenti emessi dai giudici civili, la materia del contenzioso, il numero delle parti e il numero delle domande.

    • Settore penale: dovranno essere considerati la tipologia di provvedimenti emessi dai Pubblici ministeri e dai giudici penali (sia per le indagini preliminari che dibattimentali che di esecuzione) in considerazione della tipologia di reati in contestazione, del numero degli indagati o imputati e del numero dei capi di incolpazione o imputazione.



  2. Somministrazione di un questionario:

    • verrà elaborato un questionario da distribuire al più ampio numero possibile di magistrati italiani, per avere un campione statisticamente attendibile, con la specifica richiesta di quantificare il tempo di lavoro normalmente necessario per giungere alla redazione delle varie tipologie di provvedimenti individuati nella fase 1.



  3. Elaborazione statistica dei dati raccolti:

    • Attraverso l’analisi statistica dei dati ottenuti dal questionario verrà calcolato il numero di ore mediamente richieste da ogni tipo di provvedimento.

    • verrà stimato il numero di ore di lavoro annuali concretamente esigibili, tenuto conto anche delle ulteriori attività non strettamente ricollegabili alla redazione di provvedimenti giudiziari, che tuttavia assorbono rilevanti energie lavorative, come il tempo dedicato ai rapporti con l’utenza degli uffici giudiziari e i collaboratori e quello dedicato all’indispensabile aggiornamento professionale nonché alla formazione dei tirocinanti e degli addetti all’ufficio per il processo.

    • verrà, quindi, attribuito a ciascun provvedimento un "peso medio ponderato" in base al numero di ore richieste.



  4. Calcolo del carico esigibile:

    • Il carico esigibile verrà calcolato utilizzando il peso medio ponderato dei provvedimenti, come soglia limite da non superare sommando il peso dei singoli provvedimenti concretamente emessi dal magistrato nello svolgimento della sua attività lavorativa nel periodo di riferimento, tipicamente annuale.



  5. Definizione di carichi di lavoro omogenei per tutti gli uffici giudiziari:

    • Il carico esigibile individuato con la metodica sin qui illustrata andrà ulteriormente adeguato con dei fattori in aumento o in diminuzione, a seconda delle dimensioni degli uffici giudiziari, che tengano conto della specializzazione del singolo magistrato o della maggiore o minore  promiscuità dei compiti  a lui assegnati.



  6. Monitoraggio e aggiornamento periodico:

    • Monitorare periodicamente l'efficacia del sistema di carichi di lavoro esigibili e apportare eventuali aggiustamenti in base ai feedback dei magistrati e alle esigenze del sistema giudiziario.




Il programma sin qui illustrato, se condotto a compimento, potrebbe consentire di perfezionare e implementare il sistema di pesatura dei fascicoli già elaborato dalla precedente Commissione dell’ANM, individuando una metodica standard e omogenea su tutto il territorio nazionale nonché di determinare criteri oggettivi utili per valutare l’adeguatezza degli organici degli uffici giudiziari.


Quanto agli standard di rendimento, la Commissione ribadisce l’invito già rivolto al precedente Consiglio Superiore della Magistratura:


1) di avviare immediatamente e in via sperimentale l’impiego dei criteri di valutazione individuati dalla proposta elaborata dal gruppo di lavoro istituito dalla quarta Commissione del CSM sugli standard di rendimento nel settore civile, con riferimento agli uffici giudiziari di primo grado;  
2) di utilizzare i dati raccolti, senza alcun rilievo giuridico-ordinamentale sulla singola valutazione di professionalità, per i soli settori già analizzati e per i quali siano già disponibili i dati statistici e i cluster di riferimento, per verificare sul campo l’efficacia della metodologia individuata al fine di cogliere eventuali criticità e possibilità di ottimizzazione;
3) di implementare e completare la stessa metodologia per tutti gli altri settori, prevedendo un cronoprogramma per la sua progressiva estensione;
4) di individuare periodici momenti di analisi e confronto sulle attività realizzate dai consigli giudiziari e dall’ufficio statistico del C.S.M., alla luce dei dati raccolti;
5) di rivalutare i rapporti tra laboriosità e diligenza alla luce della proposta di standard elaborata;
6) di conoscere lo stato attuale dei lavori del CSM in tema di carichi esigibili e delle iniziative di studio al riguardo avviate.


 



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