3 marzo 2024
L'ANM sui test psicoattitudinali di ingresso in Magistratura
Assistiamo nuovamente a tentativi di parte della politica di screditare la Magistratura, stavolta insinuando nei cittadini il sospetto che i meccanismi di selezione e di valutazione dei magistrati non diano sufficienti garanzie di "equilibrio psichico".
Si sollecita, infatti, il governo a introdurre test psico-attudinali di ingresso in magistratura, senza chiarire in cosa consisterebbe questo meccanismo di verifica e su quale affidabile base scientifica verrebbero articolati i test.
Appare fin troppo evidente la natura demagogica di questa operazione, che per di più, risolvendosi nella introduzione di una specie di screening di massa dei magistrati, avrebbe anche l'effetto di rallentare l’iter di riempimento delle piante organiche.
L'equilibrio di un magistrato si misura sul campo, verificandone il lavoro concreto negli uffici giudiziari, le modalità di conduzione delle udienze, la capacità di confrontarsi con i colleghi, con la polizia giudiziaria, con il personale amministrativo, con gli avvocati.
Peraltro, i magistrati svolgono anche un periodo di tirocinio prima di assumere le funzioni. Esistono, quindi, all'interno, già tutti i meccanismi per valutarne l'idoneità.
Ci chiediamo allora quale sia il senso di una sollecitazione di questo tipo, del tutto priva di contenuti concreti, proprio in questo momento, visto che neanche la legge Cartabia conteneva una delega per la introduzione di una simile previsione.
In questo modo si finisce solo per lanciare il messaggio che i magistrati non siano affidabili per equilibrio e si debba verificarne la sanità mentale, con l'unico effetto di indebolire la fiducia dei cittadini nella giustizia.
Sembra evidente la volontà di riproporre uno scontro con la magistratura, di riaccendere un clima conflittuale, gravemente dannoso per i cittadini. Esattamente quello che non vuole la magistratura.
Roma, 3 marzo 2024
Il Comitato Direttivo Centrale