17 novembre 2024
Protezione internazionale e Corti di appello: l’indifferenza del Legislatore per l’organizzazione giudiziaria.
È grave la preoccupazione dell’ANM per l’impatto che potranno avere sull’organizzazione degli uffici giudiziari, sulla loro capacità di mantenere un accettabile grado di efficienza del servizio:
1. la recente modifica, per decreto-legge (n. 145 del 2024), alla materia della protezione internazionale con la reintroduzione dello strumento del reclamo in Corte di appello avverso i provvedimenti dei Tribunali distrettuali;
2. la proposta emendativa dell’on. relatrice, presentata in sede di conversione del decreto-legge, per l’attribuzione della competenza in materia di convalida dei trattenimenti dei richiedenti asilo alle Corti di appello e non più alle sezioni specializzate in materia di immigrazione dei Tribunali.
Come già illustrato dai Presidenti delle Corti di appello con una nota indirizzata giorni fa al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Giustizia, il ripristino dell’appello, abolito con legge del 2017, sconvolgerà l’assetto organizzativo delle Corti.
Il sistema si è in questi anni assestato, assicurando, da un lato, adeguate garanzie difensive ai richiedenti asilo, sia pure in assenza di un doppio grado di merito e, dall’altro, la sostenibilità dell’elevato carico di affari per mezzo della specializzazione delle sezioni dei Tribunali e un efficiente controllo in sede di legittimità.
Il ritorno al doppio grado di merito metterà in ginocchio le Corti territoriali, compromettendo irreversibilmente la loro capacità di centrare gli obiettivi imposti dal PNRR.
La definizione rapida dei processi d’appello, anche in materie delicate come quelle della famiglia e delle persone, sarà resa più difficoltosa in quanto dalle prime stime si prevede che le Corti saranno gravate da sopravvenienze di 30.000 procedimenti all’anno, da definire peraltro in tempi ristrettissimi.
L’inserimento di un nuovo grado di impugnazione allungherà inoltre l’iter d’accertamento dello status dell’immigrato e determinerà il rischio di 2 una permanenza maggiore in Italia di chi potrebbe non avere diritto a soggiornarvi.
L’emendamento della relatrice, ove accolto dal Parlamento, aggraverà la situazione organizzativa delle Corti di appello, che saranno chiamate, per decisione che appare priva di ragionevolezza, a svolgere, senza corrispondenti aumenti dell’organico, le attribuzioni che fino ad oggi sono di competenza, per ovvia coerenza sistematica, delle sezioni specializzate dei Tribunali.
Non è dato comprendere il senso dello spostamento di competenza: quel che può ipotizzarsi è che sia conseguenza delle decisioni assunte da alcune sezioni specializzate ed aspramente criticate da vari esponenti politici.
Per le ragioni esposte il Comitato direttivo centrale invita il Ministro della Giustizia ad adoperarsi per scongiurare il rischio di un irragionevole aggravamento della già fragile struttura organizzativa delle Corti di appello, al fine di non condannare al fallimento lo straordinario impegno degli uffici giudiziari per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR.
ROMA, 17 novembre 2024
Approvato all’unanimità