Il Ministro Castelli ha più volte affermato l'importanza
dell'informatica e la necessità di "procedere al più presto con il
processo di informatizzazione".
Da ultimo, nella relazione 2006 al Parlamento, ha riferito di
aver fornito tutti i magistrati di computer, di aver avviato il
processo telematico, di aver varato lo strumento della notifica a
mezzo posta con circa un milione e 700 mila notifiche nel 2005, di
aver ideato e realizzato, con il Consiglio superiore della
magistratura, un potente strumento per la valutazione
dell'efficienza degli uffici giudiziari, denominato
"cruscotto".
Per converso, da un documento elaborato dai referenti
distrettuali per l'informatica e trasmesso al Consiglio superiore
della magistratura il 24 gennaio 2006 emerge che "le dotazioni
informatiche degli uffici sono sempre più obsolete e sempre con
maggiore difficoltà sono disponibili nuove macchine presso i
singoli uffici giudiziari; che gli ultimi computer portatili
assegnati al Ministero ai magistrati per lo svolgimento delle
attività di ufficio risalgono all'anno 2002; che nessun computer
portatile è stato assegnato agli oltre 300 uditori giudiziari che a
breve prenderanno servizio;"
In questo contesto emergenziale, già conseguenza dei continui
tagli alle dotazioni informatiche dal 2002 ad oggi, la legge
finanziaria del 2006 prevede una riduzione complessiva degli
stanziamenti relativi ai servizi informatici del Ministero della
Giustizia:
- per le spese correnti sono stati stanziati 56.420.572 euro,
rispetto a 98.080.248 euro previsti nel 2005, con una riduzione
del 42%. In particolare, si prevedono per l'assistenza
sistemistica e della rete, 44.285.199 euro rispetto a 81.977.740
euro del 2005, con una riduzione del 46%;
- per gli investimenti sono stati stanziati 26.942.928 euro,
rispetto a 38.747.369 euro del 2005, con una riduzione del
30%.
Peraltro le somme stanziate in alcuni casi sono perfino
insufficienti a fare fronte agli impegni già assunti e rischiano di
essere immediatamente pignorate, come puntualmente avvenuto in
passato, dai numerosi creditori muniti di titolo esecutivo.
L'Anm pertanto esprime allarme per la riduzione quasi integrale
dei servizi di "assistenza tecnica unificata" che - come da
conseguente nota della Direzione Generale Sistemi Informativi
Automatizzati del 17 gennaio 2006 - oggi impone:
- la cessazione di ogni presidio e manutenzione delle sale server
dei Tribunali non sede di distretto;
- la limitazione dell'assistenza per i soli interventi urgenti
cd. "bloccanti";
- la limitazione dell'assistenza - sempre per interventi urgenti
- alle postazioni di lavoro considerate "critiche" entro il quorum
del 15% delle postazioni di lavoro totali attuali.
In questa situazione emergenziale, si potrà forse progettare
(poco e male), ma non si potrà garantire l'uso di ciò che si sarà
progettato, giacché da domani sarà impossibile:
- mantenere i servizi telematici attualmente in corso, quali per
esempio il programma POLISWEB per accedere alle informazioni dei
Registri Generali del Contenzioso Civile; il rilascio di
certificati penali; catalogazione e accesso telematico alle
sentenze e provvedimenti giurisdizionali;
- continuare a mantenere l'iscrizione e registrazione di
procedimenti penali e civili sui registri telematici, registri di
cui è stata dotata l'amministrazione fin dagli inizi degli anni '90
e che non hanno avuto negli ultimi anni interventi di rinnovo;
- rispettare termini e scadenze con tutte le conseguenze che ne
deriveranno: scarcerazioni per termini di custodie cautelari
inesorabilmente scaduti; processi viziati da prove inutilizzabili
per essere state assunte a termini di indagine scaduti;
- per i magistrati usare i computer personali, in gran parte
obsoleti, man mano che si renderà necessaria l'assistenza tecnica,
ormai praticamente indisponibile.
L'Anm quindi ritiene che non ha senso parlare di "rivoluzione
informatica", non ha senso parlare di "processo telematico", non ha
senso parlare di "informatizzazione dei registri di cancelleria",
se mancano i fondi per la sopravvivenza.
Non ha senso nemmeno risparmiare sulla mancata assunzione di
6000 amministrativi, se poi si fanno i concorsi per gli ufficiali
giudiziari che, con il nuovo processo telematico, non serviranno
più al sistema Giustizia.
L'Anm, pur consapevole della scarsità di fondi disponibili in
via generale nei capitoli del bilancio dello Stato riservati alla
Giustizia, chiede al Ministro Castelli coerenza e ritiene che
non si possa più affidare la sopravvivenza del sistema informatico
- che è l'unico strumento capace di garantire efficienza,
trasparenza e qualità al sistema Giustizia - alla buona volontà dei
singoli i quali, a seguito degli ulteriori, gravosissimi tagli, non
saranno più in grado di evitare il disastro.