15 giugno 2010
La Gec sul caso magistrati e Sismi
La Giunta esecutiva centraledell'Associazione nazionale magistrati nella delibera approvataall'unanimità nella seduta del 4 luglio 2007 il Consiglio Superioredella Magistratura, si è espressa in merito ai casi magistrati eSismi.
La Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale
magistrati
nella delibera approvata
all'unanimità nella seduta del 4 luglio 2007 il Consiglio Superiore
della Magistratura ha rappresentato, sulla base della
documentazione acquisita e delle audizioni svolte, che:
"a partire dall'inizio
dell'estate del 2001… ebbe inizio, nei confronti di alcuni
magistrati italiani ed europei e delle associazioni di riferimento
degli stessi… una attività di intelligence da parte del SISMI
protrattasi, in modo capillare e continuativo, sino al settembre
2003 e, in modo saltuario, sino al maggio 2006 ";
"a motivazione dell'opera di
intelligence svolta" non è stato addotto "alcun fatto specifico (e
men che meno alcun fatto illecito), essendo detta attività stata
disposta esclusivamente…sul presupposto che i magistrati oggetto di
attenzione" fossero "«portatori di pensieri e strategie
destabilizzanti…in ragione dell'attività giudiziaria svolta o delle
posizioni assunte nel dibattito politico-culturale";
"l'opera di intelligence si è
concretizzata non solo nella raccolta e nella schedatura di
materiali noti o comunque pubblici ma anche in un capillare
monitoraggio delle attività, dei movimenti e della corrispondenza
informatica di magistrati, mediate forme di osservazione diretta o
ad opera di terzi non individuati …di contatto con fonti riservate
e di inserimento (non è dato, allo stato, sapere con quali
modalità) in mailing list con accesso limitato agli
aderenti";
"a fianco della osservazione
sono stati posti in essere dal SISMI specifici interventi tesi a
ostacolare o contrastare l'attività professionale o
politico-culturale dei magistrati e delle associazioni in
questione.";
"tale attività si proponeva
di conseguire effetti di intimidazione nei confronti di alcuni
magistrati e di cagionare perdita di credibilità nei
confronti di altri preposti a indagini e processi particolarmente
delicati, così aumentando le difficoltà nella collaborazione
giudiziaria sopranazionale ed ostacolando, in maniera
significativa, l'esercizio indipendente ed efficace della
giurisdizione (e ciò anche a prescindere dai danni, professionali e
di immagine, per i singoli magistrati interessati)".
In termini oggettivi, argomentati,
pacati (e proprio per questo più eloquenti e severi), l'organo di
governo autonomo della magistratura ha dunque affermato che nel
nostro paese è stata per anni sotto osservazione l'attività di
uffici giudiziari, di libere associazioni italiane ed europee, di
singoli giudici e pubblici ministeri.
Tra l'altro si è posta sotto
osservazione la stessa Anm in un momento di massima espressione,
quale quello delle elezioni per il rinnovo del suo organo
rappresentativo centrale.
E ciò ad opera di un organismo che
ha come compito istituzionale quello di proteggere la sicurezza
nazionale da minacce esterne.
Si può affermare, senza alcuna
enfasi, che si tratta di una realtà che non ha precedenti nella
storia e nell'esperienza dei moderni Stati democratici di diritto,
fondati sulla separazione dei poteri, sulla garanzia della sfera di
libertà e di riservatezza dei cittadini onesti e sulla rigorosa
salvaguardia delle libertà di associazione.
L'Anm ha mantenuto un doveroso
atteggiamento di discrezione e di rispetto in attesa di
conoscere "fatti" e "dati" ed intende mantenere lo stesso
atteggiamento nei confronti delle indagini giudiziarie in corso
dirette ad accertare responsabilità.
A fronte di quanto sino ad ora
conosciuto e visto il mandato ricevuto dal CDC nella seduta del
14.7.2007 la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale
magistrati
esprime piena solidarietà a tutti
i magistrati europei ed italiani oggetto di indebite attività di
"osservazione" e di "monitoraggio" compiute in violazione dei loro
diritti fondamentali e della loro persona;
ribadisce il suo impegno diretto
a garantire a tutte le associazioni di magistrati , internazionali
ed italiane, ed a tutti i magistrati che ad esse aderiscono il più
assoluto rispetto del "diritto di associarsi liberamente, senza
autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla
legge penale" sancito dall'art. 18 della nostra Costituzione;
si impegna ad esaminare tutte le
forme di presenza istituzionale idonee a tutelare i valori e gli
interessi giuridici di cui l'associazione è portatrice e titolare,
ivi compresa l'eventuale costituzione di parte civile in sede di
giudizio penale.