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16 giugno 2010

Sullo sciopero degli avvocati delle camere penali

Domani 27 giugno 2006 gli avvocati aderenti alle camere penalisi asterranno dalle udienze. Motivo dichiarato dell'astensioneè la protesta contro il disegno di legge del governo destinato asospendere l'efficacia di alcuni decreti della riformadell'ordinamento giudiziario e a guadagnare il breve spazio ditempo necessario a rimeditare e correggere norme ordinamentali cheavranno gravi effetti negativi sulla organizzazione giudiziaria esul funzionamento della giustizia nel nostro paese.


Domani 27 giugno 2006 gli avvocati
aderenti alle camere penali si asterranno dalle udienze.



Motivo dichiarato dell'astensione è la protesta contro il disegno
di legge del governo destinato a sospendere l'efficacia di alcuni
decreti della riforma dell'ordinamento giudiziario ed a guadagnare
il breve spazio di tempo necessario a rimeditare e correggere norme
ordinamentali che avranno gravi effetti negativi sulla
organizzazione giudiziaria e sul funzionamento della giustizia nel
nostro paese.   



In tutti gli incontri sinora avuti con il Ministro della Giustizia
e con le forze politiche i magistrati hanno insistito sull'esigenza
che la politica assuma le sue decisioni a seguito di un confronto
serio con tutti coloro che operano nel mondo della giustizia,
ascoltando le ragioni della magistratura, della intera avvocatura,
del personale amministrativo e raffrontandole alle domande ed 
ai bisogni dei cittadini.   



Constatiamo perciò con rammarico che una delle associazioni
dell'avvocatura ha deciso di anteporre la protesta al confronto
sulle modifiche e sulle correzioni dell'ordinamento Castelli,
proclamando subito uno sciopero ed annunciandone altri nel prossimo
futuro.



Uno sciopero siffatto rischia di apparire un atto "emulativo" -
inutile per i promotori e dannoso per altri - che offre solo una
inaspettata stampella ad una legge di ordinamento giudiziario cui
pure l'avvocatura aveva  in passato riservato molte
critiche. 



Allarma, infine, il perentorio preannuncio di ulteriori forme di
protesta "ancor più dure e prolungate".



E' nota l'ampia discrezionalità di comportamenti di cui godono -
di diritto e di fatto -  gli avvocati penalisti nel corso
delle loro astensioni. Discrezionalità giustificata dalla
straordinaria rilevanza della funzione difensiva ma che,  in
molti casi,  può rendere l'astensione dei legali non costosa
per loro e persino vantaggiosa per i loro
assistiti.  



Ora proprio questa innegabile realtà e l'assenza delle remore al
ricorso allo sciopero che valgono per altre categorie dovrebbero
ispirare un esercizio particolarmente oculato, attento e misurato
del diritto di sciopero degli avvocati penalisti. 






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