Le recenti vicende consiliari
inducono la Giunta dell'Anm di Napoli a formulare un
invito ai magistrati, quello di fare propria
un'etica della sobrietà e della terzietà.
In primo luogo della sobrietà.
Occorre che i magistrati siano
sobri: sappiano coniugare le legittime aspirazioni con l'equilibrio
ed il senso del limite, evitino di promuoversi in
autorelazioni ridondanti e poco realistiche,
distinguano l'esigenza di
rappresentare al meglio le fonti di conoscenza
agli organi del governo autonomo dal voler influire in modo
improprio sulla decisione che gli stessi devono assumere,
evitino di esercitare pressioni nei confronti dei consiglieri
del CSM, togati e non:
Il magistrato che aspiri a
promozioni, a trasferimenti, ad assegnazioni di sede e ad incarichi
di ogni natura non si adopera al fine di influire impropriamente
sulla relativa decisione, né accetta che altri lo facciano in suo
favore .
Il magistrato garantisce
e difende, all'esterno e all'interno dell'ordine giudiziario,
l'indipendente esercizio delle proprie funzioni e mantiene una
immagine di imparzialità e di indipendenza (dal codice etico
dell'Anm) .
A maggior ragione, ancor più
rigorosamente, tale principio etico deve essere
rispettato ed interpretato in relazione all'intervento -
richiesto o offerto - di sponsor esterni alla
magistratura, che in sé mettono a repentaglio o fanno
apparire in pericolo la terzietà delle
funzioni e assimilano il magistrato a chi lo
raccomanda.
Dunque occorre un'etica della
terzietà, che eviti di collegare, o far apparire
tali, il magistrato e l'istituzione che lo stesso rappresenta
a
centri di potere partitici o
affaristici che possano condizionare l'esercizio delle sue funzioni
o comunque appannarne l'immagine. (dal codice etico dell'Anm)
.
Ma una etica della sobrietà
occorre anche dopo le decisioni del CSM o del
Consiglio Giudiziario, il che certamente non pone alcun limite
all'esercizio del legittimo esercizio di critica nelle sedi proprie
ed opportune ma, quanto ad una critica pubblica ,
richiede che abbia una sua finalità
istituzionale, di miglioramento del sistema, costruttiva:
Il magistrato si astiene da
ogni intervento che non corrisponda ad esigenze istituzionali sulle
decisioni concernenti promozioni, trasferimenti, assegnazioni di
sede e conferimento di incarichi.. (dal codice etico dell'Anm)
.
Spetta anche ai magistrati che
svolgono le funzioni elettive presso il CSM e presso i
Consigli Giudiziari un dovere di indipendenza, che si
declina nel custodire gelosamente l'imparzialità e la
libertà delle proprie decisioni, senza indulgere ad alcun
condizionamento, a pressioni provenienti da poteri esterni e
da lobbies, ovvero a vincoli provenienti
dall'elettorato o dai gruppi associativi, ben sapendo
che :
Nell'espletamento delle funzioni elettive in organi di autogoverno,
centrale o periferico, opera senza vincolo di mandato rispetto
all'elettorato e ai gruppi associativi. (dal codice etico dell'Anm)
.
Nessun magistrato può chiamarsi
fuori: né gli eletti né tanto meno gli elettori, né i gruppi
associativi, né l'Anm, né tantomeno il CSM. Tutti, seppur con
diversi ruoli e responsabilità, devono essere e operare quali
garanti dell'autonomia del governo della magistratura, perché da
questa deriva l'indipendenza dei singoli magistrati,
interna ed esterna.
La nuova questione etica è
dunque anche quella del carrierismo in magistratura, della
ricerca del consenso ad ogni costo, dello strumentalizzare la
funzione per fini di carriera personale: l'etica del
magistrato impone, rispetto alle sue legittime
aspirazioni, il rigore di uno stile sobrio e terzo ed
anche la consapevolezza temperante di un principio costituzionale,
quello che diversità di funzioni> giudicante e requirente, di merito e di
legittimità, non anche per posizione gerarchica.