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dei magistrati italiani. Tutela i valori costituzionali, l'indipendenza e l'autonomia della magistratura.

5 febbraio 2013

L'Aquila, inaugurazione anno giudiziario 2013/2014

Signor Presidente, SignorProcuratore Generale, Rappresentanti del Consiglio Superiore dellaMagistratura e del Ministero della Giustizia, Signori Avvocati,Autorità civili, religiose e militari, signore e signori, sonoonorato di salutarVi a nome di tutti i magistrati abruzzesi.L'inaugurazione di questo anno giudiziario cade in un momento incui avvertiamo un duplice sentimento, di timore per la fase dicriticità sociale ed economica che viviamo, e di convinta fiduciapoiché pensiamo che sia il momento giusto per intervenire nellaricostruzione del sistema giustizia in termini di efficienza etutela dei diritti.


Signor Presidente, Signor
Procuratore Generale, Rappresentanti del Consiglio Superiore della
Magistratura e del Ministero della Giustizia, Signori Avvocati,
Autorità civili, religiose e militari, signore e signori, sono
onorato di salutarVi a nome di tutti i magistrati abruzzesi.

L'inaugurazione di questo anno giudiziario cade in un momento in
cui avvertiamo un duplice sentimento, di timore per la fase di
criticità sociale ed economica che viviamo, e di convinta fiducia
poiché pensiamo che sia il momento giusto per intervenire nella
ricostruzione del sistema giustizia in termini di efficienza e
tutela dei diritti.

In questa sede la magistratura abruzzese intende rinnovare il
proprio impegno, con la consapevolezza che l'innovazione, le
riforme a tutela dei cittadini, il miglioramento del servizio
giustizia costituiscano obiettivi urgenti.

La premessa fondamentale è che la partita non si gioca da soli, ma
in costante collaborazione istituzionale con tutti gli attori in
campo.

In primis all'interno della stessa magistratura. Le diverse aree di
pensiero devono ricomporre a sintesi l'azione associativa in
un'ottica unitaria, in cui il confronto arricchisce e non
separa.

Poi con l'Avvocatura, con cui in Abruzzo vi è un percorso comune,
di rispetto reciproco e di riconoscimento di ruoli. Ancora di più
occorre fare, perché i modelli operativi, le best practises, le
iniziative processuali ed istituzionali, se costruite insieme, sono
una ricetta vincente, anche in tempi di crisi.

Ma la collaborazione è anche con la politica e gli enti locali e
con tutti gli altri organismi territoriali, poiché il funzionamento
della giustizia è presupposto per l'economia, il lavoro, lo
sviluppo dei territori.

Esempio ne sia L'utilizzo di lavoratori percettori di
ammortizzatori sociali" negli uffici giudiziari del distretto,
promosso con la Regione Abruzzo, con il fine di sopperire alle
carenze di organico degli uffici giudiziari e di favorire, seppure
in via temporanea, la ricollocazione dei lavoratori fino a dicembre
2013.  Gli uffici del distretto hanno così beneficiato del
vitale contributo di 217 lavoratori, a cui va il nostro
grazie.

Come il nostro grazie va a tutto il personale amministrativo, che
costituisce il motore del servizio giustizia, e lavora spesso in
condizioni di estremo disagio, dovendo coesistere con difficoltà
enormi in termini di risorse e con un sistema normativo
irrazionale, non in linea con le esigenze di una moderna società
civile.

Questo e altri esempi dimostrano che l'innovazione e la
sperimentazione possono partire anche dal basso se le sinergie che
si costruiscono si pongono in un'ottica propositiva.

Tuttavia, affinchè questa spinta lucida non si perda occorre che vi
sia rispetto e lealtà istituzionale e che si operino riforme
nell'interesse generale e nel solco costituzionale.

L'ultimo anno ha segnato un'attenuazione degli attacchi rivolti
alla magistratura, nell'ottica di una pregressa conflittualità
patologica tra politica e magistratura. Ma ancora troppo spesso
assistiamo ad un inaccettabile tiro al bersaglio.

L'offesa della magistratura è offesa della democrazia. Le sentenze
si possono e si debbono criticare, dopo essere state lette, ma
l'istituzione non può essere denigrata con l'insulto o la
disinformazione. Il distretto non ne è estraneo e la sentenza del
Tribunale di L'Aquila sulla "commissione grandi rischi" ne è un
esempio lampante, allorchè si è inteso disinformare ad arte e
denigrare chi aveva istruito e deciso un processo che, comunque
vada, è già un capitolo nell'evoluzione dei concetti penalistici di
colpa e causalità.

In questo contesto, il delicato ruolo della stampa, i cui
rappresentanti saluto, può essere sempre più determinante nel
veicolare ai cittadini le notizie. Al contempo, chi richiede
rispetto e pretende di essere autonomo e indipendente deve anche
apparire come tale e deve sottrarsi alla sovraesposizione mediatica
quando essa è riferibile a specifici aspetti dell'attività
giudiziaria.

Siamo consapevoli che essere magistrati in questo distretto oggi
non è come esserlo nel passato. Troppi cambiamenti sono
intervenuti. La crisi economica rende ancora più importante il
lavoro della giustizia civile; segnali preoccupanti di salti di
livello della criminalità impegnano diversamente la giustizia
penale. Mentre a L'Aquila e provincia il sisma del 2009 lascia in
eredità pesanti ripercussioni che hanno sconvolto la normalità
giudiziaria ed hanno rivoluzionato esigenze e priorità.

In sostanza, in tutto l'Abruzzo assistiamo a frequenti processi di
rilevanza nazionale ed a criticità strutturali sempre più
evidenti.

In questo contesto L'ANM accoglie con favore la razionalizzazione
delle circoscrizioni giudiziarie, ma ciò non deve divenire una
formula vuota foriera di problemi ulteriori.

Occorre risolvere in partenza le possibili difficoltà; ad esempio
quella dell'edilizia giudiziaria. E poi, di grande attualità è il
tema delle piante organiche. L'ANM Abruzzese auspica un intervento
forte ed autorevole del Consiglio Giudiziario e poi del CSM che
porti ad una modifica della recente proposta del Ministero di
revisione delle piante organiche della magistratura (su cui si
innesterà quella del personale amministrativo) che adotta criteri
rigidi e non si cura delle specifiche situazioni territoriali,
soprattutto se riferite a contesti ambientali emergenziali.

Appaiono, infatti, insufficienti i modesti aumenti di magistrati
(ad esempio per Pescara e Teramo) ma ciò che colpisce sono le
riduzioni delle piante organiche aggregate per gli Uffici
accorpanti. Ciò non si comprende per Chieti, ma diviene davvero
inconcepibile per la sede distrettuale di L'Aquila.

La proposta è il primo passo di un iter amministrativo ed è
suscettibile di modifiche, tenendo presenti specifiche esigenze. Ed
invero la situazione eccezionale di L'Aquila, con tutte le
implicazioni riguardanti la ricostruzione, i plurimi tentativi di
infiltrazioni mafiose, il disagio sociale e territoriale, con la
moltiplicazione progressiva del contenzioso, deve essere rivista e
corretta.

L'ANM è pronta a dare il suo contributo sul tema perché sulle nuove
piante organiche si gioca una partita fondamentale per il futuro
della giustizia abruzzese.



Organizzazione del lavoro e
risorse

I magistrati sanno bene quale momento economico vive il Paese. Ma
nel sistema giustizia spending review deve significare taglio
mirato e non indiscriminato. L'Anm vuole favorire la diffusione
della cultura organizzativa, facendo tesoro delle esperienze
virtuose realizzate nei vari "cantieri" di innovazione in atto in
diversi uffici abruzzesi, anche per favorire il cambiamento
culturale dei magistrati.

Ma ognuno deve fare la sua parte. Ai magistrati si deve chiedere
molto, ma non si può invocarne la responsabilità se essi debbono
sopperire anche alle mancanze strutturali del sistema.



Interventi legislativi

La necessità di porre fine all'inadempienza dell'Italia agli
obblighi della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti
dell'Uomo dovrebbe indurre il legislatore a provvedere su più
fronti.

Nel settore civile

E' necessario che il Ministero della Giustizia si riappropri del
suo ruolo costituzionale di fornitore ed organizzatore del servizio
giustizia e che svolga ciò secondo strategie e programmi, in
stretta cooperazione con il circuito dell'autogoverno della
Magistratura ed in coordinamento con i progetti locali di
innovazione.

Il Processo civile telematico

Il Processo Civile Telematico (PCT) si sta diffondendo ed ha
registrato una svolta cruciale con il passaggio dalla Posta
Elettronica del P.C.T. alla Posta elettronica certificata (PEC)
standard. E' un passaggio importante, amplificato dal pregevole
obiettivo del 30 giugno 2014 posto dall'art. 16 bis della legge di
stabilità 2013, quale termine di partenza dell'obbligatorietà del
deposito telematico degli atti processuali civili. E' ciò che
invochiamo, purchè non sia uno spot; perché senza diffuse dotazioni
informatiche, formazione continua di magistrati e personale
amministrativo, assistenza tecnica diretta presso i singoli Uffici
tutto ciò resterebbe "virtuale".

Notifiche e comunicazioni telematiche

Analoghe considerazioni valgono per le notifiche e le comunicazioni
telematiche così come regolate dal decreto legge 179 del 2012 nella
sezione relativa alla "giustizia digitale". E' il futuro della
giustizia purchè gli investimenti tecnici e formativi siano
all'altezza degli obiettivi.



Nel settore penale

Non è più rinviabile la "scommessa" sulla digitalizzazione del
fascicolo penale, che deve partire dalla fase delle indagini
preliminari. Il risparmio in termini di risorse di beni e persone
sarebbe enorme.

Non è più rinviabile:

• il Registro Unico Informatico;

• la lettura automatizzata delle notizie di reato;

• l'acquisizione solo informatica delle notizie di reato per i
procedimenti contro ignoti;

• l'adozione di procedure solo informatiche per la trattazione
di procedimenti seriali; 

• l'adozione generalizzata della firma digitale;

• l'adozione generalizzata dello strumento della PEC per le
notifiche ai difensori.

In tema di notifiche telematiche (SNT)

deve essere introdotto il sistema centralizzato basato sul web che
utilizza lo strumento della posta elettronica certificata (PEC) per
ridurre i tempi del processo, facilitare il lavoro degli uffici e
liberare risorse umane.

La PEC deve essere estesa a tutte le comunicazioni/notificazioni
tra uffici giudiziari, agli uffici pubblici e agli ufficiali
giudiziari (che, comunque, dovrebbero continuare ad eseguire le
notificazioni alle parti private ma con invio e restituzione degli
atti - a notifica avvenuta - sempre per via telematica). Le
notifiche telematiche devono diventare obbligatorie su tutto il
territorio nazionale. Contemporaneamente, deve essere riformato il
sistema delle notifiche penali.

Il Processo Penale Telematico

Definito il predetto obiettivo prioritario si deve poi progettare
anche il processo penale telematico che può agevolmente valersi del
modello PCT.

Il vero processo telematico deve avere come obiettivo il fascicolo
elettronico e quindi presuppone un registro elettronico già
realizzato ed assestato con l'introduzione del documento
elettronico. Il processo telematico non può significare
scannerizzazione del fascicolo cartaceo.



Interventi sul F.U.G. (Fondo Unico
di Giustizia)

Le leggi attualmente in vigore consentono, limitatamente ad alcune
specifiche ipotesi, l'utilizzo a fini di giustizia di beni
sequestrati e poi confiscati. Lo strumento è importante, ma deve
essere generalizzato. E' necessario spingere per l'immediata
assegnazione dei beni in sequestro, dapprima temporanea e, dopo la
confisca, definitiva, non solo alla polizia giudiziaria ma anche ai
singoli uffici giudiziari per il perseguimento dei propri fini
istituzionali.



Modifiche processuali.

Occorrono interventi volti a ridurre i tempi del processo, con
riforme a costo zero.

Ciò dovrà avvenire attraverso la restituzione della centralità al
giudizio di primo grado e il conseguente ridimensionamento del
giudizio di appello mediante l'ampliamento delle cause di
inammissibilità (a cominciare dalla manifesta infondatezza) ed
attraverso, nell' ambito del primo grado di giudizio, di un sistema
di "sanzioni processuali" per i casi di reiterazioni di istanze
palesemente infondate aventi come manifesta finalità quella dell'
allungamento dei tempi processuali.

E' necessario rivedere la disciplina dell'avviso di conclusione
indagini di cui all'art. 415 bis c.p.p., eliminando l'obbligo di
inviare l'avviso in tutti i procedimenti con udienza preliminare e
ove l'imputato abbia già avuto notizia formale dell'esistenza di un
procedimento penale a suo carico, ovvero sia stato interrogato nel
corso delle indagini.

Al fine di decongestionare i carichi penali, proporre
l'introduzione nel codice penale dell'istituto della irrilevanza
penale del fatto per i fatti connotati da una marginale
offensività.

In questa ottica è indilazionabile un serio intervento riformatore
in tema di prescrizione, che allinei l'Italia agli altri Paesi
europei.

Infine, un serio, approfondito e coraggioso intervento di
depenalizzazione che restituisca al diritto penale la sua reale
funzione.

Direttamente collegato all'ipertrofia dell'area penale è il tema
delicato del sovraffollamento carcerario, che espone il nostro
Paese alla condanna della Corte Europea dei diritti dell'uomo. La
magistratura abruzzese è convinta della necessità di applicare la
pena della detenzione in carcere come extrema ratio, ma ancor di
più di verificare con scrupolo il rispetto dei diritti dei
detenuti.



Signor Presidente,

a tutti giunga il fiducioso buon lavoro dei magistrati
abruzzesi.




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