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17 marzo 2010

Sulle vicende relative alla indagine di Trani

La Giunta Esecutiva Centrale esprime preoccupazione per l'iniziativa del Ministro della giustizia di disporre una ispezione presso la Procura di Trani, che, per le modalità e i tempi in cui è stata avviata, e per l’oggetto della stessa, rischia di alterare il corretto rapporto tra le attività di indagine degli uffici di procura e i poteri ispettivi del Ministro. L’ANM ha più volte sottolineato come l’inizio di attività ispettive, e soprattutto il loro annuncio a mezzo stampa, per ogni indagine che assuma rilevanza esterna, secondo una prassi purtroppo consolidata e che risale anche ai precedenti Ministri, rappresenta oggettivamente una interferenza sulle indagini in corso e rischia spesso di suonare come una intimidazione nei confronti dei magistrati interessati dall’ispezione.
In questo contesto, appaiono particolarmente gravi le dichiarazioni del Ministro della Giustizia che, di fronte alla ineccepibile iniziativa del Consiglio Superiore della Magistratura di aprire una pratica relativa all’ispezione, trattandosi di questione “connessa a rapporti istituzionali”, ha accusato l’organo di governo autonomo di violare la Costituzione.
Riteniamo, inoltre, gravi e intollerabili gli insulti che, anche in questa occasione, il Presidente del Consiglio ha rivolto alla magistratura.
L’ANM ha più volte condannato gli episodi di violazione del segreto investigativo. La diffusione di atti di indagine segreti danneggia le indagini e, nel contempo, le persone coinvolte e non consente una corretta informazione su quanto realmente accaduto. Chiediamo a chi ne ha la competenza di fare il possibile per individuare e sanzionare i responsabili della violazione del segreto.
I fatti che emergono dalle intercettazioni, per come riferiti dai giornali, sono per molti versi preoccupanti, in quanto coinvolgono alti esponenti delle istituzioni, autorità di garanzia e anche un componente del CSM, che sarebbero accusati di comportamenti gravi e contrari ai loro doveri istituzionali. Il danno provocato dalla fuga di notizie si è ormai verificato. Auspichiamo che, compatibilmente con le esigenze di accertamento e di indagine, l’autorità giudiziaria ed il CSM possano dare una risposta istituzionale nel più breve tempo possibile.
In questa occasione non possiamo che ribadire ancora una volta che la credibilità del lavoro e dell'attività del magistrato, anche fuori dell’esercizio delle funzioni giudiziarie, passa attraverso la trasparenza e la linearità dei comportamenti, l'indipendenza e la non contiguità con gli altri poteri, la rigorosa professionalità e il pieno rispetto delle regole processuali.



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